La musica lirica targata USA ritorna a San Marino con un doppio appuntamento. Gli artisti del summer program ‘La Musica Lirica’, ospitati dall’accademia ‘Voci nel Montefeltro’ con sede a Novafeltria, eseguiranno due opere al Teatro Titano di San Marino Città. Sabato 15 Luglio porteranno sul palco “La Bohème”, dove gli amori di giovani artisti squattrinati vengono raccontati dalle musiche di Giacomo Puccini. A seguire, Domenica 16 Luglio, verrà eseguito il “Don Giovanni”, personaggio della letteratura europea elevato a mito dalle musiche di Mozart. Direttrice organizzativa del primo tra i cinque Summer Program che l’accademia ospiterà, Brygida Bziukiewicz-Kulig, soprano di fama internazionale che negli ultimi anni ha concentrato il suo lavoro tra le migliori università americane e il Montefeltro.
Concertatore e direttore d’orchestra dell’opera pucciniana Joseph Rescigno, che qui ci spiega la sua idea de “La Bohème”.
Qual è il valore de “La Bohème?”
La Bohème può essere considerata l’opera perfetta: non c’è una parola o una nota in più. La struttura musicale è così concisa che non può essere tagliata nemmeno una nota. Definirei quest’opera impressionista piuttosto che verista. “I Pagliacci” o “La Tosca”, dove la violenza e la povertà crudele affliggono le vite dei personaggi, sono dentro la poetica verista. Certo anche ne “La Bohème” di Puccini la povertà è al centro del dialogo, ma i giovani la prendono con allegria.
Il tema dell’opera quindi è più vicino all’impressionismo che al verismo.
Esatto. Se dovessi paragonare “La Bohème” a un quadro, ne sceglierei uno di Renoir, dove i colori sono contraddistinti da una delicatezza infinita. “La Tosca” invece, è più vicina al Cezanne, con colori più forti e dove la struttura è visibile.
Pensa sia giusto affiancare “La Bohème” al “Don Giovanni”?
Certo, è totalmente in linea con lo spirito delle opere di Mozart e Da Ponte. C’è un po’ di commedia, c’è un po’ di tragedia, ci sono entrambe. Ci sono colori brillanti, colori delicati, c’è allegria, c’è “romance” e alla fine dell’opera una tristezza assoluta. Come la vita.
Qual è il messaggio che lo spettatore deve prendere da “La Bohème”?
Carpe Diem. Non nel senso di approfittare della gioventù, ma di non sprecarla come non bisogna sprecare i bei momenti perché ci saranno anche momenti tristi, difficili e purtroppo anche di tragedia.