«A novembre si vota a San Marino come nel mio Paese, gli Stati Uniti, ma spero che alle vostre elezioni non si presenti un personaggio come Donald Trump.
Schietto e diretto come sempre Alan Friedman fa una riflessione sulle imminenti elezioni che interesseranno a breve i due Paesi. Il grande giornalista, autore di best seller di economia e politica, tra i suoi scoop più celebri la scoperta dello scandalo Iraq-gate, la vendita di armi a Saddam Hussein grazie ai finanziamenti illeciti che hanno coinvolto la CIA, sarà sul Titano il 6 ottobre, alle 18, nella Sala Convegni di Asset Banca a Dogana, Alan Friedman sarà intervistato da Carlo Romeo e a seguire converserà con Stefano Ercolani Presidente di Asset Banca e con il pubblico sulla politica, l’economia, le grandi sfide della globalizzazione, la campagna elettorale americana.
San Marino è passata da paradiso fiscale a normalissimo Stato con un bilancio, spesso in rosso. Cosa ne pensa?
«Che tutti devono mettersi in riga. Il mondo è cambiato, non ci sono più segreti e San Marino ha fatto bene ad andare verso la strada della trasparenza».
Certo, adesso però i conti fanno fatica a tornare. Senza contare la grande macchina burocratica a carico dello Stato.
«E’ vero i numeri possono essere impressionanti, ma lo sono anche in Italia e in Europa per quanto riguarda il pubblico impiego, che dovrebbe essere ridotto. Lo stesso vale per il welfare che, però, non è mai abbastanza per i poveri».
C’è una soluzione?
«Nel breve termine no. Nessun politico metterà mai mano a questi settori: è destinato a perdere subito consenso».
Cosa ne pensa di San Marino in Europa?
«Secondo è opportuno fare bene l’analisi dei costi/benefici. E poi stare a vedere come l’Europa esce da questa crisi. Merkel si sta indebolendo, Hollande è incoerente …».
C’è il problema dei migranti che sta alimentando pericolosi populismi.«Sarà il tema del mio prossimo libro».
Si vota a San Marino ma anche negli Stati Uniti. Come finisce nel suo Paese?
«Difficile fare previsioni. Diciamo che sia Clinton che Trump sono due persone poco amate dagli americani. E speriamo che qui da voi non si presenti mai un Donald Trump». Il Resto del Carlino
