Alberto Chezzi sulla diaspora delle imprese

Il fenomeno della fuga delle aziende si aggiunge alle problematiche che attanagliano da diversi anni l’industria sammarinese.

Il fatto che diverse aziende, tornino in Italia, è la testimonianza del fallimento di una politica industriale tesa ad attrarre tutti indistintamente, senza un minimo di selezione e senza un reale beneficio anche per il Paese stesso.

E’ l’occasione anche per fare un po’ di pulizia.

Rimarranno solo quelli, sammarinesi e non, che credono nel sistema, che su questo hanno investito e che hanno instaurato con il tessuto economico e sociale solide relazioni.

Il nostro target è sempre stata la piccola e media industria unitamente ad una molteplicità di microaziende locali.

Per il futuro sarà opportuno offrire agli imprenditori che vorranno investire in San Marino, non solo un minimo di agevolazioni fiscali – almeno quelle che comunemente vengono concesse anche nei paesi appartenenti all’Unione Europea – ma anche e soprattutto una serie di benefici in termini di sburocratizzazione, di accesso privilegiato ai mercati esteri ed alle fonti di finanziamento.

Agevolazioni vere e tangibili da concedersi a fronte di reali piani di investimento e di opportunità di lavoro per chi risiede e contribuisce alla vita della nostra piccola comunità.

Risorse dovranno essere recuperate e liberate soprattutto a favore della ricerca e dell’innovazione, nonché a supporto delle idee imprenditoriali dei giovani sammarinesi, vero futuro del Paese.

E’ evidente che andranno potenziate ed incentivate le strutture, istituzionali e non, che agevoleranno tali percorsi, quali camera di commercio, università, parco scientifico, banca centrale, enti no profit internazionali e nazionali, comprese le fondazioni.

La politica deve dare risposte in tempi brevissimi, almeno verso l’interno, se vuole invertire questa diaspora individuando e definendo un nuovo patto tra Stato ed imprenditori.

Alberto Chezzi