Alcol e giovani: allarme in Emilia-Romagna

Si beve per cercare lo sballo, poi l’alcol diventa come una droga. E’ allarme per l’abuso di alcolici e super-alcolici in Emilia-Romagna. A lanciarlo è il volume “Alcol e alcolismo in Emilia Romagna”. “Si nota sempre di piu’ una differenza fra giovani e adulti: i ragazzi assumono l’alcol per ‘sballarsi’, a volte insieme ad altre droghe, ma non ne sono dipendenti – spiegano gli esperti, mentre gli adulti bevono per cultura e tradizione, magari senza arrivare all’abuso”.

Una differenza che si ritrova anche sul territorio. La regione pare infatti divisa in due: il nord, dove prevale il consumo di alcol “tradizionale”, e il sud, soprattutto la riviera romagnola, dove invece si beve per “sballarsi”.

“Al nord- continua Raimondo Maria Pavarin, responsabile dell’Osservatorio – si puo’ parlare di una dipendenza senza abuso, mentre al sud si ha un abuso senza dipendenza”. I “nuovi alcolisti” pongono problemi diversi. “Il consumo di alcol, in questi casi, e’ spesso legato a quello di altre droghe- spiega ancora il responsabile dell’Osservatorio- in particolare si rileva un aumento dei soggetti che mischiano alcol e cocaina”. Emerge inoltre un forte legame con i comportamenti pericolosi, come bere e mettersi alla guida. “La combinazione piu’ frequente- prosegue Pavarin e’ fra alcol e assunzione di farmaci e psicofarmaci: e’ un dato che abbiamo gia’ messo sotto controllo”.

Per i servizi la difficolta’ principale sta nell’intercettare i nuovi bevitori. “Questi non si rivolgono ai Sert- spiega Pavarin – piuttosto si presentano al pronto soccorso per cause non direttamente collegate all’alcol, a partire dagli incidenti stradali”. Secondo gli autori del volume, solo il 10% di chi si rivolge agli ospedali entra poi in contatto con i Sert. “Per questo e’ fondamentale- secondo Pavarin- coinvolgere chi lavora nelle strutture sanitarie”

L’indagine conferma una sostanziale stabilita’ nel numero di persone con problemi legati all’alcol: in Emilia-Romagna si stima che siano circa 30.000, 6.000 a Bologna. Emergono anche aspetti positivi, soprattutto per quanto riguarda gli alcolisti “classici”. Aumentano infatti gli accessi ai Sert, mentre calano i ricoveri in ospedale per problemi direttamente correlati all’alcol. L’aumento degli accessi e’ accompagnato da una riduzione dell’eta’ degli utenti e a una crescente presenza femminile. Ma soprattutto, sottolinea Pavarin, “la presa in carico ai Sert sembra efficace nel ridurre la mortalita’ e i comportamenti dannosi degli utenti”.

Dopo i primi due anni dall’accesso, infatti, diminuisce la probabilita’ di morire per cause legate all’alcol. “E’ la dimostrazione- aggiunge Mosti- che la rete fra ospedali, Sert, gruppi di auto-aiuto, da’ dei risultati: chi entra in questo sistema vive di piu'”.

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