Alfredo Manzaroli: Riscoprire la ns. SOVRANITA’; quello che ha fatto l’Italia è inaccettabile

INTERVISTA ALFREDO MANZAROLI MAGGIO 2010 – SAN MARINO OGGI.SM

Manzaroli, tracci un bilancio di questi primi due anni di attività parlamentare, è contento?

Bhè, contento è una parola inappropriata, diciamo che personalmente mi sono evoluto ed ho messo da parte un bel po’ di esperienza che mi tornerà utile, la situazione del paese invece mi preoccupa molto, nel giro di due anni è precipitata e ovviamente se come cittadino sono preoccupato come politico lo sono di più perché sento addosso la responsabilità e la fiducia Delle persone che mi hanno dato questo mandato.

In questi due anni i suoi cavalli di battaglia sono stati il LAVORO, l’IMPRESA ed una rivisitazione autorevole in chiave moderna di istituti quali la FAMIGLIA, la SCUOLA e la SAMMARINESITA’, non le sembrano ideali più appartenenti alla destra?

Ma, io credo siano valori assoluti da ritrovare, a prescindere dall’appartenenza e dal fatto che in questo paese destra e sinistra non abbiano una distinzione ben definita, anzi spesso quelli che si dicono di sinistra lottano per conservare i privilegi concessigli dallo stato e quelli che si dichiarano di destra lottano per riformare il sistema in ottica liberale. Bisogna abbandonare le etichette, credo che il fulcro sia proprio sull’uguaglianza di possibilità, sulle pari opportunità, tutti devono partire alla pari e lo Stato deve minimizzare il gap di chi è penalizzato, però una volta partiti alla pari chi è più bravo ed ha più voglia di fare è giusto che stia davanti. Come è giusto che chi non rispetta le regole venga punito. Qui per anni è mancata la selezione genetica e non possiamo meravigliarci se la prima crisi ci sembra un medioevo senza precedenti.

Si parla di nuove coalizioni e nuovi contenitori lei dove si metterebbe col suo schieramento?

Bhé ovviamente nella coalizione che raggruppi in sé le forze liberali e social liberali a prescindere dalla provenienza storica; le ideologie hanno mostrato tutti i loro limiti

bisogna puntare sulle persone, sul lavoro e sul buon senso nel risolvere i problemi. E’ necessario che le persone di buona volontà e con ideali comuni si alleino e diano vita ad una politica nuova, pragmatica e non corrotta. I politici devono essere dei veri lavoratori, ci saranno da tenere dei ritmi altissimi per riportare in alto questo paese e con i ritmi tenuti da alcuni politici negli ultimi anni non si andrebbe da nessuna parte.

E a San Marino secondo lei potrebbe mai esserci una fazione assimilabile al Pdl italiano?

La vedo difficile, almeno al momento. I cittadini sono troppo abituati ad orientarsi per abitudine, bisognerebbe stravolgere un po’ lo schema abituale e ci vorrebbe la cooperazione in concerto di diverse forze. Chissà, magari più avanti sfruttando la maggior apertura mentale dei giovani si potrebbe lavorare ad una grande forza a grande coinvolgimento popolare che dia voce anche al mondo dei professionisti, degli imprenditori seri e punti ad essere la maggioranza assoluta del paese. Mi piacerebbe lavorare per un progetto del genere, a prescindere da come si chiamerà, credo che il futuro del paese passi da lì.

Ed in attesa che lo siano, c’è qualcuno dell’attuale compagine di maggioranza con cui gli piacerebbe lavorare in futuro?

Ce ne sono diversi che stimo e con cui ho un ottimo rapporto, ma se dovessi dirne uno solo direi Massimo Cenci, è un amico ed una persona con cui condivido gran parte di valori ed ideali. Ma le mie sono considerazioni umane, la politica è un’altra cosa e dice che ora lui è al governo in un partito, io all’opposizione in un altro. E la situazione al momento va rispettata, prima salviamo San Marino.

Esatto, salviamo San Marino, ma come?

Basterebbe cominciare a progettare e ad eseguire i progetti con serenità senza dover rendere conto ogni 5 secondi dell’operato, soprattutto senza essere ricattati dalle promesse di favori e raccomandazioni fatte in campagna elettorale. La stabilità e la rinascita passano da una riscoperta della logica dei risultati. E da una riscoperta della nostra SOVRANITA’. Quello che ci ha fatto l’Italia nell’ultimo periodo è inaccettabile, amo l’Italia e la rispetto, ma a condizioni di reciprocità, ed in un’analoga situazione le avrei ricordato che noi esistiamo come stato da più di 1500 anni prima e ci chiamavamo Repubblica di San Marino quando lo stivale italico era ancora un arlecchino di Granducati, Regni delle due Sicilie, domini papali e possedimenti dell’invasore di turno. L’Italia qualcosa ci deve, se non riconoscenza per le migliaia di italiani che abbiamo salvato nel corso della guerra, se non gratitudine per aver concesso all’intero comprensorio di svilupparsi in questi ultimi decenni (chiedere ad albergatori, ristoratori e company della riviera) almeno per rispetto di uno Stato sovrano. Oltre a tutelarci nelle sedi opportune, credo che dovremmo cominciare a mostrare gli attributi e dato che l’Italia non rispetta la convenzione di amicizia e buon vicinato e ci vessa, cominciamo a difenderci: ci sono 6.500 frontalieri, bene a parità di mansioni tuteliamo i posti di lavoro dei nostri concittadini, teniamo solo chi ci dà un apporto essenziale ed insostituibile e per il resto facciamo lavorare i nostri giovani ed i nostri padri di famiglia, voglio vedere la ricca provincia di Rimini che si ritrova 6.000 disoccupati da un giorno all’altro come la prende; la benzina costa molto? Cominciamola a vendere a 40 centesimi in meno al litro; istituiamo un portofranco al confine, sviluppiamo settori della sanità che in Italia non trovano spazio, e ad ogni modo lottiamo e contrattiamo per tenerci i nostri diritti. Le soluzioni per salvarci sono molteplici, ma dare all’Italia quello che vuole senza battere ciglio non è accontentarli, è solo fargli capire che siamo deboli, trattiamo in modo onesto le condizioni di un nuovo accordo ma facciamolo con grinta, lungimiranza e determinazione.

Non l’ho sentita dare la colpa a nessuno della maggioranza di questa situazione, anche pubblicamente, come mai?

Non è il mio stile, la politica è una cosa e si può criticare, le persone vanno sempre rispettate. Si può criticare un politico per i pessimi risultati conseguiti, e va fatto, ma non trovo giusto andare a tirare fuori situazioni personali solo per destabilizzare e mettere in difficoltà, anche se nel nostro paese è una prassi; prima che politici siamo uomini e donne che si devono rispetto e devono vivere l’attività pubblica con un’etica condivisa. Se siamo in questa situazione grave siamo tutti un po’ responsabili, una classe politica ha sbagliato negli ultimi 20 anni a non lavorare per il futuro e noi cittadini abbiamo sbagliato a non dire niente perché avevamo la pancia piena. Ma adesso basta, si fa sul serio, questo paese lo dobbiamo salvare glielo dobbiamo ai nostri figli, a noi stessi e alla memoria di chi non c’è più e si è sacrificato per darci un futuro.