ECCO UN ELOQUENTE PASSAGGIO ESTRAPOLATO DAL RESOCONTO STENOGRAFICO DI IERI 6 APRILE 2011 ALLA CAMERA
MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, intervengo anch’io ai sensi dell’articolo 32, comma 3, del Regolamento.
Come lei sa, ieri sono stato il relatore per la V Commissione sulla proposta di legge d’iniziativa del deputato Realacci ed altri concernente disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni. A tale proposito devo chiarire alcuni aspetti, soprattutto uno.
Come si legge a pagina 46 del resoconto stenografico, lei, signor Presidente, mi ha interrotto mentre chiarivo il punto delle regioni a statuto speciale. Quindi oggi voglio precisare – non si è chiarito bene – che il provvedimento, che abbiamo approvato ieri, riguarda tutto il territorio nazionale, con una particolarità per le regioni a statuto speciale: l’elenco dei beneficiari lo fanno le regioni.
Altra cosa, sulla quale ho subito interruzione e su cui molti colleghi mi hanno chiesto spiegazioni, è il fatto che noi abbiamo escluso la specificità di comuni prevalentemente rurali o di montagna. Lo abbiamo fatto nel momento in cui si volevano inserire anche i «comuni costieri» e allora non si sarebbe più compreso, perché poi c’era tutta Italia, e anche perché una legge deve avere il carattere di essere generale ed astratta.
L’importante è che funzioni l’articolo 2, che io voglio precisare. Infatti, lì c’è un elenco dei problemi e delle particolarità che possono avere i comuni per poter entrare nell’elenco. L’obiettivo, quindi, non è quello di una legge che distribuisca a pioggia sui 5 mila comuni: la nostra capacità deve essere quella di poter selezionare un elenco di comuni realmente bisognosi (700, 800 o 1000). Allora si vedrà che i 40 milioni che abbiamo previsto sono importanti perché, se i comuni saranno mille, 40 mila euro per comune all’anno, per un piccolo comune, sono un’importante risorsa.
Però, signor Presidente, vorrei la sua attenzione, perché approfitto, invece, in questo caso di un errore palese e evidentissimo del resoconto stenografico. Nel momento in cui l’onorevole Ciccanti svolgeva la dichiarazione di voto ed elencava i prodotti tipici – di cui adesso ci ha dato conto anche l’onorevole Zucchi – ed era arrivato al prosciutto di Carpegna, dai banchi della Lega Nord è arrivato un grido e gli si è detto: «mettici anche il culatello!» Ciccanti ha risposto: «di tua sorella, probabilmente».
Ora, nel verbale, mentre c’è l’elenco e compare il prosciutto di Carpegna, non c’è la parola «culatello», signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). C’è scritto: «Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord».
PRESIDENTE. Perché si vede che la sorella non aveva ancora comprato il culatello. Questo è il punto e mi sembra un argomento veramente «spesso» da riportare nel verbale, onorevole Vannucci.
MASSIMO VANNUCCI. E no! Altrimenti non si capisce! Lo faccio per l’onorevole Ciccanti.
PRESIDENTE. Il Presidente non commenta.
MASSIMO VANNUCCI. Io non so se la sorella del collega producesse culatello e quindi se l’onorevole Ciccanti si riferisse a questo oppure..
AMEDEO LABOCCETTA. Ma smettila!
MASSIMO VANNUCCI. …oppure non conoscesse il culatello.
PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Vannucci.
MASSIMO VANNUCCI. A questo punto si può rimediare solo in un modo, ovvero correggendo il resoconto stenografico e facendo sì che il collega della Lega Nord confessi chi è e organizzi una degustazione di culatello per tutti i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE…. e una conoscenza della sorella dell’onorevole Ciccanti.
(7 aprile 2011)