Allarme immigrati. Centinaia di profughi in arrivo dalla Slovenia e diretti in Germania

immigratiL’AUMENTO delle forze dell’ordine è discreto, ma reale. Nel Friuli Venezia-Giulia una task force è stata distaccata per tenere sotto controllo una eventuale ondata di piena dei profughi sospinti dal collasso della Croazia. «Non abbiamo notizia che ci sia un incremento degli ingressi», cerca di rassicurare i suoi elettori la presidente della Regione e vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani. A Gorizia circa 160 rifugiati sui 350 presenti da settimane non hanno ancora trovato un tetto. Bivaccano nei parchi e, quando piove, perfino sotto la galleria della centrale piazza Vittorio. La polizia ha dovuto impedire che si sistemassero sulle rive dell’Isonzo rischiando di essere travolti dalle acque quando gli sloveni aprono la diga di Salcano. La Slovenia ha messo a disposizione un treno per trasferire circa 150 migranti da Dobova a Postojna, nell’ovest, e ha accusato i croati di violare le regole di Schengen. Il flusso dei disperati in Croazia, più di 17 mila da mercoledì, ha indotto Zagabria a chiudere otto valichi di confine su nove. Resta aperto solo quello di Bajakovo, sull’autostrada che collega Belgrado a Zagabria.

IL PREMIER Zoran Milanovic ha avvertito la Ue che il suo Paese «non impedirà a nessuno di entrare, ma neppure di uscire» e che però non ha nessuna intenzione «di diventare un hotspot
(centro di accoglienza e di identificazione, ndr)». La situazione è così tesa che il ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmeier ha dovuto sfoderare la minaccia di decidere la redistribuzione dei migranti «a maggioranza», perché «non può essere che Germania, Austria, Svezia e Italia si assumano tutto il peso dell’emergenza». A sorpresa l’Ungheria ha permesso che 20 autobus sui quali viaggiavano 1500 rifugiati arrivassero sul suo territorio attraverso il posto di confine di Beremend e che proseguissero verso due centri di accoglienza al confine con l’Austria. Sempre dalla Croazia è arrivato alla stazione ungherese di Magyarboly un treno sul quale erano saliti mille disperati. Vienna ha precisato che questi spostamenti non sono stati concordati. Nelle stesse ore Budapest ha esteso lo stato di emergenza a due regioni del sud. La barriera di sbarramento alta quattro metri sarà costruita anche lungo 41 chilometri del confine con la Croazia. Il primo ministro Viktor Orban ha sostenuto di aver preso la decisione perché non può contare «su nessun aiuto, né dalla Serbia, né dalla Croazia, né dall’Europa occidentale». Al largo della città turca di Cesme è affondato un barcone. I morti sono 15 siriani. Sulla spiaggia è stato raccolto il corpo di una bimba di 4 anni. Su quella rotta le vittime sono state 274 dall’inizio dell’anno.

PER L’UNHCR, l’agenzia dell’Onu per i profughi, nel Mediterraneo i deceduti nel 2015 sono 2921. In luglio e in agosto il numero dei minori soli arrivati in Serbia è aumentato del 66 per cento, calcola Save the children. L’Isis ha lanciato un appello «tornare nei paesi di origine a tutti i profughi nelle terre della coalizione cristiana». Il video, trovato dal sito Wikilao, è intitolato «Il pericolo di abbandonare la Casa dell’Islam».

Resto Del Carlino