ROMA OGGI il Cdm varerà l’atteso giro di vite attesissima la norma che sanzionerà il reclutamento di combattenti che poi vanno a operare all’estero contro il terrorismo fondamentalista. «Un pacchetto di norme ha detto ieri il ministero dell’Interno Angelino Alfano che mira principalmente a colpire chi si reca poi a combattere nei teatri di guerra stranieri». Tra le norme, su richiesta del Copasir, potrebbero esserci anche garanzie funzionali per gli 007 infiltrati. Intanto l’Italia alza ancora le misure di sicurezza, potenziando ulteriormente i controlli alle frontiere. Le nuove disposizioni sono contenute in una circolare della Direzione centrale dell’immigrazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Nel frattempo si moltiplicano le liste contenenti jihadisti o presunti tali. Sessanta stranieri che risiedono o hanno risieduto in Italia (almeno tre sono già stati espulsi e altri si sono allontanati volontariamente) fanno parte in una black list del Dipartimento del Tesoro americano, aggiornata al 16 gennaio, nella quale si enumerano persone legate o sospettate di essere legate al terrorismo, alle quali sono stati bloccati i beni. Di questi 14 da una ricerca effettuata dal consigliere regionale leghista Alan Fabbri risiedono o hanno vissuto in Emilia Romagna in diversi covi: 10 a Bologna, 2 a Parma, 1 a Reggio Emilia e 1 a Rimini. La lista americana ne pubblica nome, cognome e indirizzo. In una intervista a Matrix di Canale 5, Mubin Shaikh, ex jihadista pentito, che ora lavora per i servizi segreti canadesi, ha invece sostenuto che tra le file dell’Isis «ci sono italiani pronti a combattere» e «che possono essere rimandati in patria a condurre degli attacchi». «Mi sorprenderei ha aggiunto se non ci fossero italiani in Yemen. Magari solo pochi. Certamente ce ne sono in Siria e in Iraq. Credo dai 12 ai 15, ma non ne conosco il numero esatto». IERI un cittadino pachistano di 26 anni, Faquir Ghani, residente da tempo a Civitanova Marche, è stato espulso dall’Italia perchè avrebbe postato su Facebook frasi inneggianti alla jihad. Si tratta della prima persona residente nelle Marche a essere raggiunta da questo provvedimento, firmato dal gip del tribunale di Macerata, Chiara Minerva. A detta di tutti il giovane era integrato nella comunità locale: da 12 anni viveva a Civitanova con la famiglia, lavorava come operaio in un azienda di calzature e operava come volontario nella croce verde. Il Resto del Carlino
