
(ANSA) – ROMA, 08 MAR – “Gli effetti dei cambiamenti
climatici e le politiche comunitarie sulla sostenibilità
rischiano seriamente di apportare un duro colpo al comparto
ortofrutticolo, causando la scomparsa di intere filiere
produttive. È indispensabile pertanto agire al più presto,
attraverso un piano strategico di ampio respiro che rafforzi la
competitività del comparto ortofrutticolo”. Questo il commento
di Davide Vernocchi, Coordinatore Ortofrutta di Alleanza
Cooperative Agroalimentari, che ha partecipato oggi al Tavolo
Ortofrutticolo convocato dal Masaf, svolto alla presenza del
Ministro Lollobrigida.
“Sul settore ortofrutticolo – ha proseguito – incombono alcuni
delicati dossier comunitari, fortemente connotati dal punto di
vista ideologico, che andrebbero a ridurre drasticamente
l’utilizzo dei fitofarmaci con il regolamento SUR e a dar vita
ad una normativa su gli imballaggi che obbligherebbe ad offrire
ortofrutta fresca nei punti vendita senza alcun tipo di
confezionamento, se di peso inferiore ad 1,5 kg, entrambi
avranno un impatto rilevante sulle nostre imprese, già colpite
dall’aumento dei costi energetici, degli imballaggi e delle
materie prime”. Tra gli esempi più significati illustrati da
Vernocchi, il dimezzamento della produzione delle patate in
Italia che in 15 anni è passata da 70.000 ettari ai 30.000
previsti per l’attuale campagna e il drastico calo produttivo di
produzioni come le pere negli ultimi anni per via dell’andamento
climatico anomalo e dell’attacco di insetti patogeni. Secondo
Vernocchi, “a causa anche del clima di incertezze determinato
dalla crisi idrica e dalla mancanza di manodopera, il nostro
Paese rischia di perdere competitività rispetto agli altri
principali paesi produttori”.
“Il dicastero della Sovranità Alimentare – ha concluso – non può
fare a meno di intervenire a tutela del made in Italy
ortofrutticolo, un comparto strategico dell’agroalimentare
nazionale che rischia seriamente di perdere quote di mercato, a
tutto vantaggio delle produzioni provenienti da paesi extra Ue,
che non devono rispettare le normative comunitarie in tema di
sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale”. (ANSA).
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