Alleanza Popolare: i profeti ambulanti della restaurazione

Un giorno sì e l’altro pure i giornali locali sono invasi da appassionati articoli, firmati da specchiati eroi di coerenza e verità, che hanno scoperto recentemente il ruolo (per loro inedito) di fustigatori di pubblici costumi politici e disinvolti sacerdoti della trasparenza. Un ruolo che stanno interpretando da attori d’avanspettacolo, con scarsa considerazione per il tasso di intelligenza e di memoria storica di quegli spettatori (pochi) che si illudono possano prestare loro una qualche attenzione e, men che meno, un minimo di credito.
Nella recita, fa a gara per distinguersi un campionario di patrioti e reduci che, a vario titolo, e sotto mutevoli bandiere e sigle partitiche, si sono avvicendati, per lunghissimo tempo, nell’occupazione di un potere debordante, autoreferenziale ed improvvido che ha favorito distorsioni nefaste e sacche di privilegi per pochi intimi, producendo danni gravissimi per l’intero paese, sgretolato nei capisaldi che lo sostenevano e annientato nella sua dignità di Stato.
E’ stupefacente che gli stessi artefici dello sfascio, oggi cambiate – in certi casi – le casacche ma non l’arrogante impudenza, si permettano di salire sul pulpito e dare lezioni di comportamento a chi è stato chiamato a sistemare a posteriori, in condizioni proibitive, il disastro da loro provocato. Nel mirino dei predicatori c’è sempre e solo Alleanza Popolare che storicamente ha avuto il torto? di aver profetizzato, denunciato e combattuto la deriva in atto, contrastandola coerentemente per 15 anni, dall’opposizione. Se è vero che l’opera di tentata demolizione di AP, vero ostacolo agli inciuci più squallidi e alla restaurazione più avvilente, viene condotta dai soliti noti e da frange di partiti in crisi d’astinenza dalle poltrone, uno tra questi – con i suoi ripetuti, velenosi e recenti attacchi – detiene il primato di spudoratezza ed è quello dei DDC, nella sua bramosia di ribaltonismo, in concorso con altri orfanelli della vecchia politica.
Chi non ha memoria del passato non comprende il presente. E il passato ci racconta che dei due superstiti consiliari dei DDC (partito dimezzato dal corpo elettorale e forse per questo in ansia di visibilità e rivincita governativa) uno, ex Segretario della DC e l’altro Segretario di Stato alle Finanze all’epoca del poco rimpianto governo straordinario, non possono vantare trascorsi particolarmente fulgidi da fare la morale a chicchessia e tanto meno ad AP che ha fatto dell’integrità e della limpidezza politica la sua bandiera. Chi non ha, o non vuole avere, memoria del passato, non ricorda il torbido capitolo della “Giochi San Marino” né i suoi avvocati difensori (i big del governo straordinario e della maggioranza che lo sosteneva) né qualche oscuro risvolto, come quello dell’aprile 2005 in cui la condotta dell’allora Segretario di Stato alle Finanze Pier Marino Mularoni fu oggetto di aspre polemiche e pubbliche censure dopo aver ospitato a Palazzo Begni una conferenza stampa della società Novomatic, azionista di Giochi San Marino e produttrice di slot machine. Così come avvenne nelle vicende che, nella primavera del 2006, videro protagonista lo stesso Segretario alle Finanze a proposito del caso Banca del Titano costato 500 euro ad ogni cittadino sammarinese (“neonati compresi”, come si scrisse allora).
Se queste sono le credenziali di chi pretende di riciclarsi come improbabile salvatore della patria e sta lavorando per riassemblare un armamentario di vecchia politica e leader in rottamazione, la figura e l’azione di Antonella Mularoni, che quotidianamente e vergognosamente viene bersagliata da accuse risibili e strumentali, ne escono ancor più rafforzate. Ci dispiace per il Dottor Bossone, ex Presidente di Banca Centrale, al quale, nel loro pellegrinaggio a Roma nel corso dell’estate, Pier Marino Mularoni e Marco Podeschi – in compagnia di un Segretario di Stato (strano ma vero!) – hanno promesso il ritorno alla guida dell’Istituto quando si sarebbe insediato il nuovo governo, di cui loro stessi avrebbero fatto parte. Evidentemente hanno letto nella sfera di cristallo di un mago Merlino fasullo. Sono gli stessi personaggi che saranno i protagonisti di una prossima imboscata consiliare che da qualche giorno i giornali danno per certa?
Fa piacere che al tiro incrociato e al coro scomposto, screditato e in mala fede dell’Associazione Restauratori Riuniti S.p.A. facciano da controcanto i cittadini onesti, informati e consapevoli, come nel caso di Giovanni Giardi che, sulle pagine di Tribuna del 9 settembre, ha espresso un lusinghiero riconoscimento pubblico per il ruolo di Alleanza Popolare, di cui gli siamo grati.