Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi erano presenti nella basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, dove si sono celebrati i funerali del capitano degli alpini Massimo Ranzani, il militare ucciso in Afghanistan il 28 febbraio. Altresì alla cerimonia non hanno fatto la loro presenza anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani e altri ministri tra cui Bossi, Calderoni, Tremonti, Matteoli. Come consuetudine non sono mancati i vertici militari.
Il militare è la 37/a vittima italiana dall’inizio della missione, nel 2004.
Il ministro delle Difesa, Ignazio La Russa, intervenuto per informare Camera e Senato si è espresso così: ”L’Italia partecipa alla missione della Nato in Afghanistan, su mandato Onu, e resteremo li’ fino a quando non sara’ portato a termine il processo di transizione, onorando gli impegni e senza prendere decisioni unilaterali”. Sempre La Russa ha sottolineando che la missione ”non e’ quella di fare la guerra, ma non possiamo dividerci o fare polemiche su una parola, su un termine lessicale. Siamo li’ esattamente in ossequio all’art. 11 della Costituzione”. In Afghanistan, ha detto ancora il ministro, ”e’ aumentato il rischio per i militari italiani, e’ aumentata la frequenza degli attacchi, ma questo dato doloroso era prevedibile e inevitabile, perche’ l’aumento del numero dei soldati, la presenza massiccia sul territorio, portano anche a un aumento della pericolosita”’ della missione, che ”sta facendo grandi passi avanti, sia sul piano militare che della ricostruzione”.
In ultimo anche la redazione e l’intero staff de “Giornale.sm” desidera esprimere la sua vicinanza e porge sentite condoglianze alla famiglia del capitano Ranzani, al quale va il nostro più caro pensiero.
3 marzo 2011