TRADUZIONE IN ITALIANO DELL’ARTICOLO DI ALTAVEU.COM DEL 03.06.2025: https://www.altaveu.com/actualitat/economia/empreses-consideren-desfavorable-acord-ue-dupliquen-troben-favorable_67030_102.html
Un sondaggio elaborato dalla Camera di Commercio tra oltre 800 associati rivela che la maggioranza degli imprenditori crede che l’associazione con l’Europa non avrà alcun effetto né sul business né sulla competitività, ma che comporta troppi rischi e, quindi, si mostrano molto più propensi a definirsi “sfavorevoli” piuttosto che “favorevoli”.
Toni Solanelles – 03/06/2025 (09:57 CET)
Presentazione dello studio da parte di Josep Maria Mas e Sol Rossell.
Le aziende che considerano “sfavorevole” l’accordo di associazione con l’Unione Europea (UE) sono più del doppiorispetto a quelle che lo reputano “favorevole” (32% contro 14,7% degli intervistati), anche se una grande maggioranza degli imprenditori o non ha chiaro quale sarebbe l’impatto dell’intesa o ritiene che l’effetto sarebbe neutro. Tuttavia, quasi sei imprenditori su dieci vedono troppi potenziali rischi nell’accordo. Inoltre, il numero di imprenditori che prevedono un impatto negativo dell’accordo è il doppio rispetto a quelli che ne prevedono uno positivo, sebbene in generale si creda che l’associazione avrebbe un effetto neutro.
Questa affermazione si basa su un sondaggio elaborato dalla Camera di Commercio, Industria e Servizi (CCIS) tra oltre 800 associati, presentato questa mattina presso la sede dell’ente camerale. I dati, esposti dal presidente Josep Maria Mas e dalla direttrice Sol Rossell, derivano da un’indagine condotta tra gennaio e febbraio 2025 su un campione rappresentativo di 862 aziende andorrane dei settori industriale, edilizio e dei servizi. Lo studio ha un margine d’errore del 3,19% e un livello di fiducia del 95%, che ne garantiscono la solidità statistica.
Impatto sulle aziende in generale
Solo il settore finanziario ha una visione leggermente più favorevole che sfavorevole dell’accordo. Al contrario, il settore immobiliare è chiaramente contrario all’associazione con l’Europa. L’analisi per settori mostra differenze significative nelle aspettative. In generale, i settori con orientamento esterno o soggetti a regolamentazioni europee vedono più vantaggi, anche se non si ritiene che l’accordo sia rilevante per l’internazionalizzazione del Paese.
Il presidente della CCIS ha sottolineato la necessità di “conoscere meglio il contenuto dell’accordo, che è pubblico ma abbastanza complesso”. Né Rossell né Mas si sono espressi chiaramente su una posizione ufficiale della Camera sull’accordo. Rossell ha ribadito che la Camera manterrà un ruolo informativo, seguendo le sessioni esplicative con la Segreteria di Stato per le Relazioni con l’UE e organizzando spazi di dibattito con esperti indipendenti.
Rossell ha evidenziato la necessità di informazioni più specifiche per settore. In ogni caso, dato che non è previsto ancora un referendum, non è necessario preoccuparsi, per così dire, del “sì” o del “no”, anche perché tra gli associati esistono posizioni molto divergenti, a seconda delle attività svolte (una banca non è paragonabile a un negozio di scarpe o a una piccola immobiliare).
Percezioni e impatti
I risultati globali del sondaggio confermano che il tessuto imprenditoriale ha opinioni molto diverse sull’impatto dell’accordo con l’UE:
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Il 14,7% delle imprese prevede un impatto positivo sulla propria attività.
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Il 32% anticipa un impatto sfavorevole, che è la risposta più comune.
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Il 24,5% mantiene una posizione neutra o indifferente.
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Il 28,8% afferma di non avere informazioni sufficienti per valutare l’impatto.
Il settore finanziario e assicurativo è quello che mostra la percezione più favorevole (31,3%), ma registra anche una quota equivalente di giudizi negativi (sempre 31,3%), segno di una forte polarizzazione interna.
Anche il settore informazione e comunicazioni ha una quota positiva (20,8%), ma il 31,9% delle aziende del comparto prevede effetti negativi.
I settori più contrari all’accordo sono:
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Immobiliare (47,1%)
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Attività professionali e amministrative (37,9%)
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Trasporti e logistica (35,3%)
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Istruzione e sanità (32,4%)
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Costruzioni (32,1%)
Nel settore commercio, spiccano le attività legate a veicoli e accessori, grandi magazzini, igiene e sanità, e arredamento per la casa, con percentuali elevate di percezione negativa (fino al 50%).
Competitività
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Il 50,6% delle aziende non prevede alcun impatto sulla propria competitività in ambito europeo.
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Il 33,4% anticipa un peggioramento.
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Solo il 16,1% prevede miglioramenti.
Il settore finanziario e assicurativo ha la percentuale più alta (31,3%) di imprese che si aspettano un miglioramento, ma anche il 37,6% prevede un peggioramento, evidenziando ancora una volta una forte divisione.
Inoltre:
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Il 42,6% non vede benefici diretti per la propria attività.
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Il 31,6% non ha abbastanza elementi per esprimere un giudizio.
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Solo il 25,8% vede vantaggi concreti.
Rischi percepiti
Il 32,4% delle aziende non dispone delle informazioni necessarie per valutare gli svantaggi dell’accordo.
Tuttavia:
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Il 57,4% individua almeno un rischio potenziale.
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Il 10,2% non vede alcun impatto negativo.
I principali rischi segnalati:
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Aumento della regolamentazione e burocrazia: 38,1%
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Costi di adeguamento alle normative europee: 37%
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Crescita della concorrenza esterna: 30,5%
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Perdita di controllo su decisioni economiche: 29,4%
Traduzione in italiano s.e.&o.