Amina Mohammed, vice-segretario Generale Onu: “Integrazione necessaria”

In vista della prima verifica mondiale del progresso fatto verso il conseguimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, il vice Segretario Generale, Amina Mohammed sottolinea la necessità di affrontare la crescente esclusione e disuguaglianza. Questo commento è riassunto dalle osservazioni tenute l’11 giugno a Lisbona, Portogallo, alla Conferenza sul pluralismo 2019. La conferenza è ospitata dal Global Centre for Pluralism. Guarda il discorso completo della signora Mohammed.
Il 24 e 25 settembre 2019, i Capi di Stato e Governo si riuniranno alle Nazioni Unite per il primo vertice mondiale sugli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dopo l’adozione nel 2015 dell’Agenda 2030.
E’ una fase decisiva per il nostro mondo. Dopo decenni di relativa stabilità, stiamo navigando in tempi incerti, addirittura instabili. La cooperazione mondiale è in declino; i tassi di crescita economica sono diminuiti. Alcuni paesi e regioni stanno rispondendo guardando al loro interno, enfatizzando la divisione e l’esclusione; ma questo modo di pensare a breve termine complicherà le sfide mondiali che dobbiamo affrontare.
Molte di queste sfide sono radicate nelle strutture economiche e sociali che abbiamo costruito nel corso di secoli, millenni, basate su esclusione e discriminazione. Dal colonialismo alla crisi climatica, viviamo le conseguenze di esclusione, intolleranza e mancanza di rispetto per la diversità: tutto ciò ci sta uccidendo.
La disuguaglianza, già elevata, è ancora in aumento. Entro il 2030, i più ricchi della popolazione, l’uno percento, potrebbe controllare i due terzi della ricchezza del pianeta. I diritti di minoranze e persone emarginate, in particolare rifugiati e migranti, sono regolarmente ignorati. La violenza viene usata per applicare il patriarcato e milioni di donne e ragazze affrontano insicurezze e violazioni dei loro diritti umani ogni giorno. Le spese militari aumentano anche quando le società falliscono nel fornire i servizi base per le loro persone.
Il cambiamento climatico sta danneggiando gravemente alcuni dei paesi e regioni più vulnerabili, mentre altri continuano ad aumentare le emissioni di gas serra. Deforestazione, pesca eccessiva e inquinamento stanno causando danni senza precedenti. I profitti di breve periodo per pochi sono anteposti a diritti e interessi di tutti.
Abbiamo perso di vista la nostra umanità condivisa e l’interdipendenza tra di noi e con il pianeta che ci dà la vita. Questi principi sono condivisi tra le maggiori fedi e tradizioni, ma abbiamo perso il contatto con loro.
Quattro anni fa, tutti i paesi hanno accettato all’unanimità l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il nostro programma d’azione per le persone, il pianeta, la prosperità, la pace e la collaborazione. L’Agenda si focalizza su inclusione, pluralismo e diritti di tutti. È dimostrato che una maggiore diversità e inclusione, specialmente delle donne, è correlata alla crescita economica sostenibile e a prospettive migliori di pace e stabilità. Richiama a una riorganizzazione fondamentale dei nostri sistemi economici, politici e sociali affinché possiamo raccogliere i frutti dell’inclusione, attraverso comunità e società più forti e resistenti basate sui diritti umani e sulla dignità umana per tutti.
Questi sforzi così ambiziosi possono funzionare se sono sostenuti dalla volontà politica. Grazie all’azione multilaterale, oggi l’aspettativa di vita è più alta, la povertà estrema è in diminuzione, l’alfabetismo è ai più alti livelli storici e stiamo riparando il buco dell’ozono. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, precursori dell’Agenda 2030, hanno aiutato a far uscire più di un miliardo di persone dalla povertà estrema, a fare passi avanti contro la fame e a far scolarizzare più ragazze che mai. Ma il multilateralismo potrebbe essere vittima del proprio successo. Abbiamo iniziato a darlo per scontato, piuttosto che trattarlo come una sfida crescente che deve essere coltivata, promossa e rinvigorita. Senza il supporto multilaterale per le soluzioni inclusive, siamo condannati in ogni caso a perdere economicamente, aumentando la disuguaglianza e la catastrofe climatica.
Le soluzioni di cui abbiamo bisogno per soddisfare le ambizioni dell’Agenda 2030 sono centrate su dignità, benessere e opportunità per tutti, senza discriminazione. Se da una parte queste qualità non possono essere misurate con il prodotto interno lordo, si tratta di misure fondamentali per un’amministrazione di successo.
Abbiamo tutti un ruolo da svolgere. L’inclusione inizia ovunque le persone si connettano: negozi, scuole, cliniche mediche, media e società civile.
Occorre un cambiamento radicale verso soluzioni basate su una convenienza reciproca piuttosto che un pensiero a somma zero; verso una sicurezza basata su società resistenti, inclusive e più eque piuttosto che sulle armi e su confini più solidi, e verso sistemi economici che incentivano la sostenibilità del nostro pianeta rispetto ai profitti creati dallo sfruttamento e dalla distruzione.
L’inclusione non può più essere descritta come un’aggiunta o un optional: è una necessità politica ed economica urgente per la nostra sopravvivenza e quella del nostro pianeta.

Amina Mohammed
(Vice-Segretario Generale delle Nazioni Unite)

*L’Onu ha scelto “Repubblica Sm” come quotidiano sul quale pubblicare in esclusiva per San Marino gli interventi della organizzazione intergovernativa a carattere internazionale e dello stesso Segretario Generale e Vice-Segretario

 

Rubrica a cura di David Oddone per Repubblica Sm