Anarchici assaltano a Firenze i Carabinieri. Bombe molotov contro la caserma

molotovAl tentativo di identificare un ‘compagno’, scatta la guerriglia. In cinquanta contro una gazzella dei carabinieri, scontro con cocci di bottiglie e bastoni. E poi, ancora reazione. Di fuoco: quattro molotov all’alba contro la caserma di Rovezzano, periferia sud di Firenze, la più vicina al luogo in cui erano stati fermati alcuni protagonisti dei tafferugli.
C’è il timbro dell’ala più violenta degli anarcoinsurrezionalisti in questa notte di sirene e ambulanze, con quindici feriti (con prognosi fino a dieci giorni) tra le forze dell’ordine, tre arresti ed altri contusi tra coloro che hanno abbandonato una festa in corso mercoledì sera in una casa occupata per dedicarsi agli scontri. Gli inquirenti la definiscono una risposta da «black bloc»: per velocità d’organizzazione, tecnica e scelta del bersaglio.
Sono quelli di ‘Villa Panico’, un’occupazione che finì, anni addietro, con irriducibili sui tetti per giorni. Gente nota alla Digos per incursioni anche violente nei cortei antagonisti, che si pone uno scalino sotto a chi fa i sabotaggi – la costa toscana è stata per anni funestata dagli attentati ai tralicci – ma sa confondersi nel gruppo, colpire, nascondersi. Black bloc, appunto.

A Firenze, sonnecchiavano da un po’. «Ma sono come le vipere nel nido – riassume un investigatore –: se non le pesti, non succede nulla. Ma se ci infili il piede…».
Tuttavia, l’incontro che ha acceso la miccia, l’altra notte, è casuale. I carabinieri che fermano un uomo che sta urinando in strada non sanno chi hanno di fronte. Invece, in un un batter d’occhio, la gazzella è accerchiata: una cinquantina di persone determinate a tutto pur di far desistere i ‘gendarmi’. Così, mentre in questo quartiere operaio diviso in due dalla ferrovia arrivano altre pattuglie dei carabinieri, si mobilita la polizia e pure la municipale, i partecipanti alla festa si armano e combattono. A terra, gli inquirenti troveranno perfino un coltello. Nel parapiglia, le forze dell’ordine riescono a fermare tre persone, due ragazzi e una ragazza.

Sono Michele Lai, sardo di 28 anni, già imputato in un processone a carico di 77 anarchici per reati ‘di piazza’ in corso in questi giorni; Alessio Landolfo, 28enne di Lecce e la genovese Francesca Alessandrini, 25 anni. Dopo una notte in camera di sicurezza, verranno trasferiti nel carcere di Sollicciano, in attesa dell’udienza di convalida, prevista oggi. Devono rispondere di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale pluriaggravate dal fatto che all’aggressione hanno partecipato più di 15 persone.
Finita qui? Assolutamente no. I ‘compagni’, nella notte, cercano di raggiungere la questura, improvvisando una contestazione, ma trovano gli agenti del reparto mobile già schierati.
Qualcuno, allora, pensa di ‘vendicarsi’ in un altro modo. E cioè scagliando, intorno alle cinque di mattina, quattro molotov contro la caserma di Rovezzano: due non esplodono, mentre le altre due incendiano il motore di un condizionatore ed anneriscono la facciata. Le telecamere inquadrano tre soggetti, travisati, ma non è escluso che al raid possano avere partecipato altri. Il Resto del Carlino