Anatomia politica Di Elly Schlein e Giorgia Meloni … di Sergio Pizzolante

Va detta subito una cosa: Elly Schlein è brava.
Non mi piace, per niente, ma è brava. Talento.
Non bisogna commettere l’errore di Schlein che attacca Bonaccini che riconosce le capacità di Meloni.
Dico che è brava perché sono diverso da lei.
Lei non è mia nemica. Se la eleggo a nemica divento come lei. Non piacerei a me stesso.
Una ragazza di 38 anni che dall’esterno si prende un partito come il Pd è brava.
Se diventa la prima alternativa alla prima donna Presidente del Consiglio è brava. Punto.
Tanto di cappello.
Non ho bisogno di parlare male della persona per poter dire, male, di quel che rappresenta.
Di ciò che esprime.
Lei rappresenta un passo indietro del suo partito. Lei rappresenta un giovanilismo vecchissimo. Ricordo i comizi di una volta. O le assemblee permanenti al liceo. Di quando ero ragazzo. E anche un po’ dopo.
L’oratore incantava le piazze e le aule.
Per dire niente.
Ma piaceva così.
Lei piace così.
L’oratore diceva cose strampalate, inutilmente aggressive, spesso false.
Piaceva così.
Schlein dice che la Meloni ha sulla coscienza i bambini morti sulla spiaggia di Crotone.
Terribile.
Ma piace così.
Ci sono squadroni, squadracce, di giornalisti, conduttori televisivi, col sangue alla bocca, col coltello fra i denti, che da mesi ci spiegano che la Meloni è sporca e cattiva, destra estrema, para fascista, che il Pd non fa opposizione, che Letta è troppo tenero, che Bonaccini non è adeguato a sconfiggere il mostro, perché lo rispetta.
Lei piace così. Senza rispetto.
Lei dice che il precariato va combattuto eliminando il Job Act, responsabile del lavoro precario. È falso. Totalmente.
Prima del Job Act, negli anni prima, ogni anno, su cento assunti, 83 erano a tempo determinato, 17 a tempo indeterminato.
Dopo il Job Act la tendenza si è invertita.
Negli ultimi anni si è ribaltata. Oggi 16 assunzioni su 100 solo a tempo determinato.
Con più assunzioni.
Ma lei piace così. Piacciono le balle.
Le balle sono l’opposto del riformismo.
È populismo.
Lei piace così.
Il Pd, pur con i suoi limiti, era un baluardo della scelta atlantica, della difesa dell’Ucraina, della condanna netta ed inequivocabile di Putin.
Il Pd della Schlein no.
Lei piace così.
Il Pd si era costruito un profilo, una cultura, di responsabilità, di Governo, con lacune, con fatica, con errori, ma di Governo.
La retorica conformista del precariato, dell’ambientalismo antimpresa, del pacifismo paraculo, no!
Lei piace così.
Lei non è una scelta. La ricerca di un luogo eutopico, di un buon luogo. È un rifugio. Nei rivoli, nelle pieghe, negli scantinati di una sinistra che fu. Impegnata a coltivare umori vari, variamente cattivi, fondi di rabbia senza costruzione, racconti sul sentito dire, che piacciono alla gente che piace, attori di terza fila, cantanti di canzonette, circensi televisivi, ricchi che “amano i poveri”, giovani che attendono lo stato, stato che educa i giovani a farsi attendere.
Cosa vecchia. Vecchissima.
Lei piace così.
La Meloni le somigliava quando era più giovane.
Dal lato opposto. Ma le somigliava. Scavava negli scantinati della destra.
Ma non è la Meloni di oggi.
La Meloni è oggi una proposta politica, non antipolitica, atlantista, europea, di centro destra, nonostante i suoi alleati. Utile al paese proprio per gli alleati che si ritrova e per alcuni dei suoi. Ministro degli Interni compreso.
Chi non lo capisce non capisce i rischi che stiamo correndo. In tempi di guerra.
Chi spinge la Schlein a combatterla come se fosse la Meloni di ieri non capisce niente.
La rende inutile al Paese.
Se la Schein sarà l’altra faccia della Meloni di ieri, la Meloni di oggi farà sogni tranquilli.
Sergio Pizzolante