Anche della persona. Il doping stalinista … di Sergio Pizzolante

Sergio Pizzolante
E’ possibile garantire la dignità della persona soggetta ad indagine? E’ possibile.
Questo ci dice il caso Sinner,
da sei mesi, dicasi sei, sotto indagine antidoping.
Il risultato lo conosciamo, un massaggiatore ha fatto uso di una sostanza non lecita, in piccolissima misura, probabilmente inconsapevolmente, Sinner sicuramente inconsapevole.
Dichiarato non colpevole, ma con una sanzione, perché comunque l’errore va rilevato, per evitare che altri si possano inserire in un pertugio di falsa non consapevolezza in futuro.
Mi sembra perfetto, per lo sportivo, per la persona, per la giustizia.
Vale per Sinner, dovrebbe valere sempre, per tutti.
Non c’è stato spettacolo, c’è stata giustizia.
Domanda: ci può essere giustizia senza spettacolo?
Cioè, ci può essere giustizia se le indagini, in generale dico, si fanno nel riserbo necessario o in segretezza?
Cioè, ci può essere giustizia se una indagine si fa negli uffici giudiziari e non sulle prime pagine dei Bianconi o delle Sarzanini o dei Floris o dei Giordano o dei Formigli o dei Travaglio ect ect….
Loro dicono di no, dicono, in sostanza, che per perseguire un presunto reato, sia necessario commettere il reato delle informazioni dell’accusa passate in diretta nelle loro mani.
Formigli dice sempre che la “gente” deve sapere. Dice che le intercettazioni devono scorrere veloci, subito, immediatamente, perché la gente deve sentire, deve vedere, deve bere e mangiare dalle sue mani.
Altrimenti è bavaglio. Bavaglio.
Le indagini non devono restare segrete. No!
Perché se tutto non passa dallo spettacolo dei Formigli e dei Floris non è giustizia.
Perché chi sa poi cosa succede dentro le indagini coperte da riserbo.
Chissà che pasticci, che imbrogli, quali ammuine.
Cioè se i Magistrati passano subito i verbali ai giornalisti, commettendo reato, sono bravi amministratori della giustizia, se invece non lo fanno sono sospettati. Sospetto.
Quindi, non ci può essere giustizia senza spettacolo. Dicono.
Nemmeno si rendono conto di quel che dicono.
Nemmeno si rendono conto del tasso di doping stalinista che scorre nelle loro vene.
Non se ne rendono conto. Forse.
E invece si può. Il caso Sinner lo dimostra.
Indagine riservata, risultati resi evidenti a tutti, a tutto il mondo in questo caso, tutti possono vedere, giudicare. Punto. Bene.
Ah, grande Jannik, grande, grandissimo, per sei mesi ha vissuto, lottato, vinto, con questa scimmia sul collo.
Bravo. Davvero bravo.
Sergio Pizzolante