Anche Sinistra Unita critica dopo il rapporto OSCE sulla Repubblica di San Marino

La superficialità con cui il Governo sta gestendo la politica estera non ha più limiti. Dopo avere speso mesi e mesi a ripetere avevamo fatto tutto il necessario, che i risultati erano stati riconosciuti da tutti gli organismi internazionali e che solo l’Italia si ostinava a non capire i mirabolanti progressi dell’Esecutivo targato Patto per San Marino, ecco arrivare la sonora bocciatura da parte dell’OCSE.
Qualcuno infatti deve avere pensato che sarebbe bastata la dozzina di accordi internazionali, costati la bellezza di oltre 300.000 euro, siglati con qualsivoglia Paese, anche con territori che non sono nemmeno Stati sovrani, anche con Paesi con i quali non abbiamo nulla a che fare, per uscire dalla lista grigia e rifarsi completamente l’immagine diventando “trasparenti” a tutti gli effetti.
Evidentemente si è sottovalutato l’aspetto qualitativo della natura degli accordi, fingendo che avessero la stessa importanza gli accordi con Samoa o con la Groenlandia al pari di quello con l’Italia. Puntualmente l’OCSE, dopo che l’aveva già fatto il Fondo Monetario Internazionale, ha richiamato San Marino sulla questione nodale e cioè che senza l’accordo con l’Italia il nostro sistema è destinato a fallire miseramente.
Abbiamo dunque collezionato una nuova figuraccia che in un Paese normale spingerebbe i Segretari competenti alle dovute conclusioni, e cioè ad andarsene, constatando il proprio ennesimo fallimento. Da noi invece si rilancia accusando la stampa, l’opposizione e persino l’Italia e l’OCSE di avere frainteso, male interpretato, distorto. Tutte chiacchiere per distrarre l’attenzione cercando di scaricarsi la coscienza ma che non possono nascondere la realtà di un Governo guidato da personaggi incompetenti che non hanno una minima idea su come risollevare il Paese, avendo da tempo deciso di essere trasparenti solo a parole, ma senza andare a toccare realmente i privilegi dei loro “amici” che vogliono continuare ad agire indisturbati in quel tipo di economia di rapina che ha creato i principali problemi.
Tanto è vero che anziché arrendersi all’evidenza e accettare misure come lo scambio automatico di informazioni, si continua a traccheggiare affermando che in fondo non è quello che vuole l’Italia; che non si riesce a capire cosa vuole Tremonti; che comunque noi vogliamo prendere tempo…e in ogni caso anziché all’Italia adesso guardiamo alla Cina! Affermazioni che hanno davvero del ridicolo e meglio di ogni altra cosa fanno capire perché ci troviamo in questa crisi. Come quelle del segretario democristiano Marco Gatti, che chiede all’opposizione di non strumentalizzare il momento negativo, poiché, a suo dire, “la bocciatura dell’OCSE è una notizia falsa e distorta”. Forse la DC si è già dimenticata di quando era all’opposizione e utilizzava professionisti della calunnia come Scaramella per gettare fango sul Paese. Forse la DC, così come gli ex-moralisti di AP, si dimenticano di quanto hanno enfatizzato l’entrata nella procedura rafforzata del Moneyval, dovuta proprio alle scelte che la DC non ha mai fatto in tanti anni di governo e da cui si è usciti solo grazie alla legge n. 92 del 2008, osteggiata dalla stessa DC e dai suoi alleati attuali, così come tutti i provvedimenti in tema di trasparenza quali il CLO, l’AIF, l’Ufficio di controllo sulle attività economiche. Non ci dobbiamo poi dimenticare quello che ha fatto la maggioranza in Banca Centrale pur di insabbiare le ispezioni scomode: alla faccia della trasparenza!
Già, il punto è proprio questo: chi ci osserva e ci valuta da oltre confine non dimentica le responsabilità e le azioni di ciascuno e sa bene chi è affidabile e chi non lo è. Ecco perché il Governo ci ha portato nella black list e perché non è in grado né di uscirne né di recuperare il rapporto con l’Italia.

Sinistra Unita