
UN MACIGNO giuridico che può tradursi in ergastolo, carcere a vita per entrambi. Giacconi è morto ieri mattina alle 11.30 nella clinica di rianimazione dell’ospedale di Torrette. Era in coma da 24 giorni. Il suo quadro clinico è sempre stato disperato, sin dal primo istante in cui i soccorritori lo avevano messo sulla lettiga ancora sanguinante. Un colpo alla nuca, uno al torace, i più gravi: proiettili che hanno perforato parti vitali e alla fine non gli hanno lasciato scampo. È stato il cuore di Fabio a non reggere più il peso delle ferite. Giacconi è morto per un arresto cardiocircolatorio. Poco prima il medico legale incaricato dalla procura, Marco Valsecchi, aveva effettuato una perizia per capire la dinamica dei colpi e delle ferite. Il pm titolare dell’inchiesta, Andrea Laurino, ha già disposto l’autopsia sul corpo di Giacconi. Inevitabilmente la posizione dei due ragazzi si aggrava. Tagliata, rinchiuso nel carcere di Camerino, si è già visto respingere la richiesta di scarcerazione e l’attenuazione della misura cautelare dal tribunale del Riesame. Per la minorenne la vicenda si complica maledettamente.
IERI per lei è stata una giornata terrificante. Ha saputo della morte del padre dagli psicologi del carcere minorile di Nisida, a Napoli, nel quale è stata rinchiusa. Né i familiari, né i suoi avvocati avrebbero potuto in alcun modo farle arrivare la notizia. Intanto il procuratore dei minori di Ancona, Giovanna Lebboroni, ha chiesto ieri al gip un incidente probatorio per interrogare ancora una volta e cristallizzare per il processo davanti al tribunale dei minori le dichiarazioni di Antonio Tagliata, il diciottenne reo confesso.
Resto del Carlino