
(ANSA) ANCONA. Non potranno essere ”i tecnocrati, da Roma” a ridisegnare i confini dei territori delle regioni, come ”in un disegno tardo illuministico”. Nuove ”alleanze e filiere” nascono dal basso, dalle comunità locali, che creano insieme, ”come sta accadendo nel Pesarese”, nuove aree vaste, programmando ad esempio reti di postazioni sanitarie e reti scolastiche, una mobilità sostenibile, un uso comune della foresta. L’ex ministro Fabrizio Barca, ideatore del progetto sulle ‘Aree interne’ e oggi dirigente del ministero dell’Economia, non si appassiona al dibattito sulle possibili aggregazioni fra regioni, che è appunto un ridisegno di confini ”sulla carta”. Più utile, ha detto intervenendo ad Ancona al convegno ‘Città, paesaggio e territorio: nuove politiche per le Marche’, è sostenere i processi spontanei ma strutturati che nascono dai territori, che, come con le fusioni di Comuni, configurano alleanze di cui sono protagonisti non solo i sindaci, ma ”gli imprenditori, compresi i piccoli e quelli dell’agricoltura e del turismo, o i dirigenti scolastici”.
Mentre il dibattito politico sulla riduzione del numero delle Regioni è appena avviato e non si sa se e in quali tempi decollerà, le Regioni Marche, Umbria, Toscana ed Emilia Romagna hanno lavorato ad un accordo volontario per una nuova cartografia e una carta geologica comuni, che presenteranno domani a Scandicci. Pratiche e scambi di esperienze che per il momento riguardano soprattutto la difesa del suolo, la tutela del paesaggio e lo studio delle trasformazioni territoriali che negli ultimi decenni hanno cambiato il volto delle regioni. Nelle Marche ad esempio, in poco più di 50 anni (1954-2010), la superficie urbanizzata è cresciuta del 275% (oggi è pari a 47 mila ettari), ma la popolazione residente è aumentata solo del 15%, con il risultato che la superficie urbanizzata per abitante risulta triplicata.
Da qui, ha sostenuto nel messaggio inviato al convegno l’assessore Anna Casini (assente per la morte del padre) si deve partire per ”riaprire il dibattito sulla revisione della legge urbanistica regionale, e sull’adeguamento del Piano paesistico ambientale al Codice del Paesaggio”. Non si tratta di gettare a mare la legge sul territorio pensata nella scorsa legislatura, ha osservato il dirigente della Regione Achille Bucci, ma di aprire un confronto ”culturale prima ancora che politico” con la società marchigiana. Perché dalle scelte che verranno fatte – lo ha ribadito anche Barca – dipenderà la qualità della vita dei cittadini. ”Rivedere la pdl di governo del territorio – rimarca Casini – è un obiettivo condiviso da tutta la giunta”. Poche e fondamentali le linee guida: ”costruire sul costruito senza consumare nuovo suolo; incentivare interventi di riqualificazione del patrimonio esistente, anche ipotizzando una riduzione degli oneri di concessione; valorizzare il patrimonio storico e culturale, riannodare il rapporto fra le zone rurali e quelle urbane”.