ANCORA CEMENTO..comunicato Associazione Micologica Sammarinese

Ci hanno fatto credere che la nostra qualità della vita dipendesse dal consumo del territorio che in questi anni abbiamo sacrificato costruendo a più non posso fino ad arrivare ad oggi con un numero spropositato di edifici completamente vuoti (appartamenti, negozi, uffici, capannoni).

Ci hanno fatto credere che la betoniera fosse il simbolo del progresso e dello sviluppo e le gru gli idoli a cui portare cemento e mattoni.

Il nostro patrimonio naturale e architettonico è sempre più compromesso, i nostri paesi sono dei piatti contenitori senza luoghi di incontro e di aggregazione, senza spazi verdi dove il padrone è l’automobile, dove per incontrare qualcuno devi andare a passeggiare in un luogo artificiale come un centro commerciale. Il costruire ci è stato inculcato come una necessità dell’economia che doveva avere ricadute positive sul benessere dei cittadini e visto il livello di cementificazione che abbiamo avuto negli ultimi anni dovremmo avere la qualità di vita più alta in Europa e nel mondo. Perché invece non è così? L’urbanizzazione non ha seguito regole ed esigenze dell’interesse collettivo, ma è stata dettata dagli speculatori e dai grossi gruppi immobiliari e finanziari che scopriamo poi oggi essere più o meno puliti.

Forse sarebbe il caso di invertire la tendenza e fermarsi un attimo. Invece, anziché togliere cemento, come consiglierebbe il buon senso, cosa facciamo? Continuiamo ad aggiungerne ancora.

Ne è la prova quello che si ascolta in questi giorni come centri benessere, hotel di lusso a 7 stelle costruiti nel verde dell’ex tiro a volo di Murata o meglio nel centro storico a ridosso della seconda torre. Strutture private da realizzare su terreni della collettività.

La CPT (ex Commissione Urbanistica) continua a fare la sua parte; nonostante abbia cambiato il nome ma non il metodo, approvando in prima lettura dei piani particolareggiati dove spuntano fuori delle gran lottizzazioni, come nella seduta del 16 giugno scorso dove, nella zona R1 di Valdragone, al posto di un vecchio capannone (Premetal) verranno realizzati 12 lotti edificabili. Nelle vicinanze, nella demolizione di un altro fabbricato artigianale (DIBI), si potrà avere una superficie utile edificabile intorno ai 7.000 mq. altezza 14 metri (circa 70 appartamenti da 100 mq) così l’area sarà tutta urbanizzata con la mancanza assoluta di spazi verdi e luoghi di incontro. Inoltre si costruirà poi a ridosso dell’ingresso della sede della ex ferrovia precludendo una sua valorizzazione e testimonianza. Se vogliamo ridere o piangere la legge di PRG indicava le zone R1 “da destinare al rinnovo dell’impianto urbanistico e delle strutture edilizie” invece vengono utilizzate per cementificare tutta la superficie possibile.

Nella zona R2 di Gualdicciolo (intorno alla bomba ambientale che è la cartiera), il PRG all’allegato D indicava “il trasferimento delle attività industriali incompatibili con la residenza”. Il nuovo PP presentato è in leggera controtendenza in quanto il problema cartiera non viene risolto, mentre dalla demolizione di un capannone si realizzeranno 9 lotti edificabili.

L’obbiettivo è sempre lo stesso costruire sempre più case a prescindere dai bisogni che non servono alla collettività, ma a favorire investimenti sicuri a poche persone.

Queste operazioni sono delle proprie e vere speculazioni edilizie quando ormai tutti sanno che l’eccedenza di appartamenti sul territorio è arrivata a circa 9.000 unità, speculazioni create per alimentare il clientelismo, l’affarismo e il voto di scambio. Non scordiamoci poi quello che continuamente ci dicono gli esperti della malavita organizzata che hanno individuato nel mattone uno dei metodi più efficaci per riciclare il loro sporco denaro.

Associazione Micologica Sammarinese