Ancora scontri tra polizia e manifestanti in Tunisia

Nella serata di venerdì, nuovi scontri tra polizia e manifestanti sono stati registrati a Citè Etthadamen, quartiere popolare di Tunisi, dopo i funerali di un giovane morto giovedì scorso, dopo essere rimasto ferito durante un inseguimento con le forze dell’ordine lo scorso agosto. Lo riferiscono i media. Le forze dell’ordine hanno dovuto far uso di gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che hanno ribaltato e bruciato cassonetti dell’immondizia. Già nel pomeriggio un gruppo di giovani aveva lanciato pietre contro le forze di sicurezza dopo i funerali della vittima nel quartiere popolare di Al Omrane Supérieur, alla periferia di Tunisi.  Malek Slimi, 24 anni, è morto giovedì scorso all’ospedale Charles Nicolle della capitale, cinquanta giorni dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva.   

In un momento di forti tensioni sociali, alla vigilia di manifestazioni oggi a Tunisi contro il presidente Kais Saied, il governo mette in guardia contro i “tentativi di seminare discordia” usando la rete e da quelle che definisce “mosche elettroniche”. Il ministero delle Tecnologie della Comunicazione tunisino afferma in un comunicato che alcune persone nascoste dietro falsi profili stanno sfruttando i social network per creare “eserciti elettronici” attraverso account e pagine basate su algoritmi di intelligenza artificiale, precisando che questa tecnica denominata “mosche elettroniche” mira a sollevare l’opinione pubblica e danneggiare la stabilità nazionale. La nota aggiunge che “questi gruppi pubblicano in modo automatico e intensivo, attraverso dei bot, chiamati avatar, informazioni, dati, foto e reazioni tese per seminare panico e discordia tra i cittadini approfittando delle situazioni che attraversano la Tunisia, ma anche per causare crisi sociali ed economiche.” In questo contesto, il ministero invita i cittadini e gli utenti dei social network a verificare le fonti di informazione e ad ottenere informazioni dai media ufficiali. Il ministero “conta sulla coscienza dei tunisini nel fare attenzione a non contribuire all’esagerazione dei fatti attraverso la loro propagazione”.


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