Andrea Gnassi: “Taglio del 64% dei fondi PNRR destinati alle Comunità Energetiche Rinnovabili: in Emilia Romagna si colpiscono cittadini e imprese minando progetti già pronti e territori. Il Governo rifinanzi le CER e proroghi i termini dei finanziamenti”

“La risposta arrivata dal Governo in Commissione qualche giorno fa non chiarisce le reali conseguenze del taglio alle risorse PNRR destinate alle Comunità Energetiche Rinnovabili. La riduzione del 64% dei fondi – da 2,2 miliardi a 795 milioni – rischia di compromettere progetti già pronti e di colpire duramente i territori. Gli effetti saranno a dir poco devastanti in una regione come lEmilia-Romagna, dove Comuni, enti locali e comunità energetiche hanno investito tempo e risorse in progettualità concrete oggi messe seriamente in discussione. Il superamento formale del target di potenza non garantisce che tutti i progetti possano essere finanziati, né chiarisce come il Governo intenda sostenere le CER oltre lorizzonte del PNRR. La proroga dello sportello non basta a compensare un taglio così pesante: si tratta di una scelta politica”. Così il deputato democratico *Andrea Gnassi*, componente della Commissione Attività produttive della Camera.

“Le Comunità Energetiche sono uno strumento strategico per la transizione energetica e per ridurre i costi di famiglie e imprese. Per questo chiediamo al Governo un impegno chiaro: raccogliere l’appello che viene da consumatori e imprese del mondo produttivo, come Lega Coop e tanti altri, per rifinanziare  la misura e intervenire per prorogare o eliminare il termine per lerogazione degli incentivi a sostegno della costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, attualmente fissata al 31 dicembre 2027. Le Comunità Energetiche, diffuse e concrete, attivano processi partecipativi tra cittadini e imprese e consentono benefici concreti in termini di produzione energetica e risparmi, con ricadute reali nei territori. È una via diversa da quella dei grandi fondi, i cui progetti, se non pianificati coinvolgendo regioni e territori e se non collocati in aree vocate e idonee, diventano un prodotto finanziario che con mega impianti  sfregia paesaggi e i territori stessi” incalza Gnassi, chiosando: “Per raggiungere gli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili entro il 2030 dati dal Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima ) non va affermato  la logica del nimby (not in my backyard ) ma quella che sostiene le rinnovabili sul principio  del bimby, cioè del best in my backyard”.

Comunicato stampa