Andrea Zafferani commenta la sentenza del Collegio dei Garanti

Dalla sentenza del Collegio dei Garanti escono 2 verdetti: 1) abbiamo sbagliato a interpretare il regolamento 2) trattasi comunque di interpretazione possibile, seppur, a parere dei Garanti, sbagliata; non trattasi di dolo e di volontà politica precisa di favorire la maggioranza, come era stato scritto dai ricorrenti (e come viene ancora oggi scritto, purtroppo).

Dopo la riforma dello Statuto di Banca Centrale dell’Ottobre 2010, che aveva eliminato l’obbligo di preventiva proposta del nominativo da parte del Comitato Credito e Risparmio (proposta, prima, obbligatoria) sostituendola con un voto teoricamente libero, eravamo sinceramente convinti che l’interpretazione che noi abbiamo dato, dopo aver consultato l’Ufficio di Presidenza, quella cioè secondo cui quella di Clarizia fosse solo un’indicazione e non una proposta ufficiale, a livello giuridico fosse corretta.

Capisco che è un cavillo, ma di un cavillo stiamo parlando, perchè in questa decisione si scontravano 2 diverse leggi che erano in conflitto, ed era richiesta una interpretazione. Interpretazione che, ripeto, ritenevamo corretta e che invece a parere dei Garanti non lo era.

E’ chiaro che se c’è una proposta ufficiale allora la tesi dei ricorrenti non fa una piega e noi abbiamo sbagliato a interpretare la norma. Così hanno ritenuto i Garanti e non possiamo che prenderne atto.

Mi consento quindi solo 2 riflessioni:

1) la prima è quella che è scorretto parlare di “dolo”, nel senso di una precisa volontà della Reggenza di favorire la maggioranza, venendo meno al ruolo superpartes, come è stato fatto e viene ancora fatto dai ricorrenti. Questo è condannabile, anche perchè i Reggenti sanno di essere tenuti sotto controllo e quindi di certo non agiscono con leggerezza per favorire la propria parte politica; possono tuttavia sbagliare in buona fede (come, secondo i Garanti, è successo stavolta), applicando male le norme. Il Collegio ha ritenuto che trattasi di errata interpretazione, e non certo di volontà di favorire una parte.

2) la Reggenza ha bisogno di un “ufficio Legale” che la supporti e la aiuti a prendere le decisioni, ha bisogno di essere protetta. Purtroppo lo si capisce solo quando si prova il ruolo: la Reggenza deve prendere decisioni in pochissimo tempo, essendo tirata per la giacchetta da tutte le parti, tra gente che urla, si lamenta, invoca complotti, ecc…tu sei lì, devi guardare il Regolamento, che non sempre è chiaro, pensare come in questo caso a come “intersecare” il Regolamento con altre leggi, il tutto in pochissimo tempo, a volte pochi minuti, e spesso da solo, a parte il preziosissimo supporto della Segreteria Istituzionale. E poi se sbagli, scatta il Sindacato. La Reggenza ha troppo poco supporto per il ruolo che deve svolgere, dirigere il Consiglio non è una cosa banale…

Una considerazione finale: il fatto che i Garanti abbiano detto che abbiamo sì sbagliato interpretazione, ma che la nomina di Clarizia rimane valida, mi fa pensare che, forse, si sia cercato di dare un po’ un colpo al cerchio e uno alla botte. Ma come dico sempre non commento le sentenze e quindi mi fermo qui.

Andrea Zafferani