Angela Davis, esce libro collettivo su femminismo abolizionista

(ANSA) – ROMA, 06 APR – ANGELA DAVIS, BETH E. RICHIE, ERICA
R. MEINERS E GINA DENT, ABOLIZIONISMO. FEMMINISMO. ADESSO.
    (EDIZIONI ALEGRE, PP 240, EURO 18). L’attivista afroamericana
Angela Davis torna in libreria con un volume collettivo sul
Femminismo abolizionista. Scritto insieme a studiose del calibro
di Gina Dent, Erica R. Meiners e Beth E. Richie, “Abolizionismo.
    Femminismo. Adesso” esce il 7 aprile per Edizioni Alegre nella
traduzione di Assunta Martinese, con la prefazione di Claudia
Durastanti.
    L’approccio del femminismo abolizionista è in questo libro
quello che fa tesoro della tradizione del femminismo nero e
contesta l’essenzialismo di genere, che ha la tendenza a
considerare la violenza sulle donne in maniera isolata. Come se
non fosse influenzata da razzismo, pregiudizi di classe,
transfobia ed eterosessismo.
    L’aggettivo abolizionista affonda le sue radici nel
diaciannovesimo secolo, durante la lotta afroamericana contro la
schiavitù. Ispirandosi a quella stessa storia questo libro
collettivo – uscito negli Stati Uniti nel 2022 sulla scia del
movimento Black Lives Matter – ha come bersaglio l’attuale
sistema penale, da sempre strutturalmente incline alla violenza
razzista e di genere.
    Pur rispettose del fatto che abolizionismo e femminismo
continuano a essere teorizzati separatamente da numerose analisi
e movimenti, le autrici considerano l’abolizionismo più forte se
mette in discussione i meccanismi che portano la violenza di
genere e, a sua volta, il femminismo più potente e incisivo se
capace di discostarsi dalle posizioni che non fanno i conti con
la violenza riprodotta e amplificata da carceri e polizia.
    Nel libro viene sottolineato anche che i dati mostrano come
l’intensificarsi della polizia e delle pene non abbiano ridotto
il tasso di violenza delle nostre società. Da qui la proposta
del femminismo abolizionista di un insieme di analisi, strumenti
e pratiche che vanno sotto il nome di “giustizia trasformativa”,
sperimentando “modi per prevenire le violenze e soluzioni
alternative a un sistema penale che appare più concentrato sulla
vendetta che sulla giustizia”. (ANSA).
   


Fonte originale: Leggi ora la fonte