Francesca Michelotti a ruota libera sul congresso di SU, Alessandro Rossi, Luca Lazzari, il governo e la mancanza di una “destra nobilmente conservatrice”
Dopo 21 anni di militanza politica attiva, Francesca Michelotti medita di lasciare la mano. Di passare il testimone a forze giovani, che sappiano interpretare al meglio le esigenze del Paese. L’abbiamo intervista alla vigilia del primo congresso di Sinistra Unita, in programma per il prossimo fine settimana.
Consigliere Michelotti, fare un congresso dopo che due punte di diamante come Alessandro Rossi e Luca Lazzari sono usciti, non è come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati?
“Per la verità, l’idea di fare un congresso gravitava da molti anni. Del resto SU non è un vero e proprio partito, nel suo statuto si definisce come movimento. Anche persone come Alessandro Rossi e Luca Lazzari avevano partecipato alle discussioni su una tale opportunità. Tuttavia, non se n’è sentita la necessità, finora, perché SU ha al suo interno una vita democratica molto attiva. E’ l’assemblea degli iscritti che partecipa sempre alle decisioni e con una frequenza quasi mensile stabilisce la linea politica del movimento. Questa vita interna molto intensa ha reso quasi superfluo convolare a un congresso. Certamente, la fuoriuscita di Alessandro e di Luca è stato un elemento che ci ha spinto in questa direzione”.
Due rinunce che hanno lasciato il segno, pare di capire…
“Sono stata molto amareggiata dalle dimissioni di Luca Lazzari. La fuoriuscita di Alessandro Rossi è stata motivata da ragioni politiche vere. Alesandro aveva un progetto politico che SU non è riuscita a condividere e quindi lui ha detto: ci provo da solo. I nostri rapporti con lui sono ancora buonissimi, nonostante sia molto critico. E poi ha fatto una cosa molto generosa: si è dimesso e ha dato la possibilità al gruppo di mantenere la sua forza. Al contrario, la fuoriuscita di Luca Lazzari è stata un danno. Lui non si è dimesso e quindi ha tolto forza al gruppo. E’ stata la seconda bastonata, dopo quella del premio di maggioranza. Mi è dispiaciuto perderlo perché avevo una grande stima, però la sua impetuosità ha vinto sulla sua razionalità”.
Lei parla di vita democratica interna molto attiva, eppure si sente dire che dentro SU ci siano molti caporali e pochi fanti. Cosa risponde?
“Siamo arrivati al congresso con una serie di assemblee durante le quali i presenti sono stati opportunamente registrati. SU non ha una grossa platea, è un movimento di opinione. Abbiamo qualche centinaio di iscritti e molte persone che ci votano, ma non fanno vita di partito”.
Con queste truppe, come pensate di incidere nella vita politica del Paese?
“Abbiamo sempre fatto i conti con i risultati elettorali. Sono questi che ci hanno dato il mandato per andare avanti. E questa volta le elezioni ci avevano premiato con sei Consiglieri, un seggio in più rispetto alla precedente legislatura. Poi questo seggio se l’è mangiato il premio di maggioranza”.
La coalizione con Civico 10, che ha dato vita a Cittadinanza Attiva, può crescere?
“In effetti Rete ha fatto delle aperture. Loro, per principio non fanno accordi con i partiti preesistenti. Vedono come prospettiva solo Civico 10, però ultimamente c’è stato un ammorbidimento. Forse non proprio un’apertura. Diciamo uno spiraglio…”
Secondo lei le elezioni sono vicine?
“Qui ci vorrebbe la sfera di cristallo. Non sono molto abile in queste previsioni. A me sembra che dopo quello che è stato spacciato come un grande successo, l’uscita dalla blacklist, ci sia stata una sorta di ricompattamento della maggioranza. Ma l’immagine che viene fuori è di uno sferragliare molto faticoso. E’ un governo che perde colpi, che non dà risposte adeguate, che non è capace di autentiche innovazioni”.
E’ una questione di persone o di sistema?
“Bisogna essere generosi anche nei giudizi: è una questione di circostanze storiche e questa è una contingenza difficilissima, in cui la politica avrebbe dovuto fare lo sforzo di scegliere la crème de la crème…”
L’abbiamo proprio vista la crème…
“Questo ovviamente non è facile, perché la politica presuppone il compromesso, la mediazione, delle relazioni stabili. Quello che è venuto fuori, però, a fronte di questo governo traballante e abbastanza inadeguato, è che non c’è neppure la forza dell’opposizione”.
In effetti c’è un’opposizione a metà.
“UPR e PSS fanno fatica a fare opposizione. Hanno dei problemi. Si sentono un po’ sotto minaccia perché alcune questioni li hanno tirati in ballo pesantemente, su altre vicende gravita l’ombra nera del voto di scambio. Non voglio parlare per loro perché è antipatico, in ogni caso è evidente che hanno meno mordente di quanto ne potrebbero avere. Chi fa opposizione in questo momento siamo noi di Cittadinanza Attiva e Rete”.
In questa situazione, dove c’è una sinistra strutturata e che fa una forte opposizione, si sente la mancanza di una destra altrettanto agguerrita?
“Si sente la mancanza di una destra nobilmente conservatrice. La destra sta prendendo sempre più l’aspetto del clericalismo più bieco, specialmente quando si parla di diritti civili. Il timore è che questa destra non sia “illuminata” ma un po’ miope. Anche sui problemi economici, punta a tranquillizzare, mentre in questi momenti si deve ammettere con estrema sincerità quali sono le reali difficoltà e poi suggerire le soluzioni. Non si può fare finta che le cose non esistano. Come fa il conservatorismo sammarinese che dice: il buco di bilancio? Non è un problema. Basta accendere un mutuo a pareggio. Ma i mutui sono debiti. Che vanno ad accumularsi e che, se non ho sbagliato i conti, sono arrivati a 350 milioni di euro. Privare la coscienza civile della conoscenza della realtà, non è una nobile forma di conservatorismo. Trattare le persone come sciocchi: io questo non lo tollero”.
Lei è dimissionaria dal Consiglio da un sacco di tempo. Cosa le impedisce di ritirarsi?
“Sono dimissionaria perché speravo di rinnovare, invece non posso più farlo perché andando via Alessandro Rossi e Luca Lazzari, sono considerata anch’io una risorsa…”
Si ripresenterà alle prossime elezioni?
“Penso di fare largo alle seconde, magari alle terze file. Abbiamo dei giovani interessantissimi, molto, molto bravi. Questo congresso punta anche a rinnovare le persone, non soltanto fare il punto della situazione. Vogliamo sviluppare una leadership più giovane, perché quello che ci vuole sono proprio le energie e le idee dei giovani”.
Angela Venturini per Giornalesm.com