Angela Venturini intervista Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto

20141213_144309Angela Venturini intervista Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto

“San Marino, benvenuta nel mondo normale. La corruzione si combatte con gli arresti!”

Lo schifo è il sentimento prevalente dei sammarinesi, lei invece dice che quanto sta succedendo è positivo. Come lo spiega?

“Innanzi tutto vedo dei passi avanti nelle norme e nel contrasto alla criminalità. Indubbiamente la situazione che sta vivendo San Marino, che ha scoperto il malaffare, è una situazione non bella. Capisco che è arrabbiato”.

Lei ha anche detto che questo è il momento della massima visibilità. Che tutti ci guardano. Ma essere guardati perché siamo pieni di scandali è una bella immagine?

“Perché Mafia Capitale è una bella immagine per l’Italia? Il problema c’è quando le cose succedono e non si fanno gli arresti. Mi viene da dire: San Marino benvenuta nel mondo normale! La corruzione si combatte con gli arresti. Da un certo punto di vista, guardo tutto questo con positività. L’ottimismo viene perché da fuori si vede San Marino che si fa giustizia, e non che viene l’Italia a farla”.

Ci mancherebbe che venisse l’Italia…

“Certo. Mi rendo conto che siete sconvolti, tenete alta la guardia e non fate finte rivoluzione che potrebbero portare altri mafiosi”.

Questo è il rischio?

“Sì, perché quando ci sono i capovolgimenti di fronte, c’è sempre qualcuno che utilizza la cosa. Quindi, bisogna tenere alta la guardia, non farsi estero-guidare, mantenere la giusta rabbia, ma sempre con il massimo rispetto delle istituzioni. Se uno col voto vuol cambiare la classe politica, la cambi. Però bisogna sempre avere il rispetto delle figure istituzionali. Ci sono i Segretari di Stato, ci sono i Reggenti. Se non piacciono, si cambiano col voto. Mai lasciare vuoti di potere”.

Molti sammarinesi sono convinti però che le istituzioni si siano delegittimate da sole. Come la mettiamo?

“Si possono delegittimare i singoli che occupano temporaneamente un’istituzione, ma non l’istituzione. Che è frutto di millenni. E allora quello che voglio dire io è che se c’è qualche Segretario, che in passato ha sbagliato, va arrestato. Può darsi che ne seguiranno altri. Ma l’importante  è discernere. In Italia, comunque, l’istituzione la rispettiamo. Anche se si arresta un Ministro, non è la figura del Ministro che non deve esistere. Altrimenti noi facciamo la destrutturazione del sistema democratico, e questo non deve accadere”.

Quindi la protesta va placata?

“Adesso c’è tantissima rabbia. Il mio invece è un invito alla freddezza, a non essere rabbiosi e scontenti per come è stata gestita la situazione. E’ un consiglio ad essere freddi nella soluzione che va trovata, senza fare sconti a nessuno ma, nello stesso tempo, non destrutturare la democrazia”.

Dietro la vicenda del conto Mazzini, c’è la malavita organizzata: mafia, camorra, ‘ndrangheta?

“Ci sono le indagini in corso. Va cercata. E io penso che la stiano cercando. Bisogna fotografare la realtà: io definisco l’inchiesta sul conto Mazzini come la madre di tutte inchieste perché da lì discende un complesso sistema fatto di faccendieri e altre cose”.

Abbiamo visto nel report che i gruppi malavitosi tracciati sul territorio sono arrivati a venti, quanto dobbiamo preoccuparci?

“L’importante non è il numero, ma che si continui a tracciarli. Non c’è un’occupazione militare da parte dei mafiosi, non sono così stupidi. Probabilmente i gruppi sono anche di più. Ci dobbiamo preoccupare quando non li tracciamo più. Vuol dire che abbiamo abbassato la guardia. Tracciarli significa che controlliamo quello che è successo, che ci siamo accorti che hanno avuto interessi sul territorio. E comunque non è una cosa bella. Per questo bisogna indagare e capire”.

San Marino 13 dicembre 2014