Angela Venturini per Giornalesm.com intervista il Segretario Sanità Avv. Francesco Mussoni: ”Indagine amministrativa sulle sale operatorie, non sarà la solita fuffa!”

MussoniAdesso che i lavori sono conclusi, il Segretario di Stato alla Sanità Francesco Mussoni, spinge molto sull’acceleratore. Vuole le nuove sale operatorie al più presto possibile. Però c’è un’indagine amministrativa che il Congresso di Stato ha dato mandato di aprire appena qualche giorno fa. E i timori che altre nubi si addensino sulla loro apertura, non sono davvero peregrini. Per questo l’abbiamo intervistato.

Segretario, per quali motivazioni è stata aperta l’indagine amministrativa?

“Il concetto dell’indagine amministrativa fonda sul fatto che sono molti mesi , da quando sono qua, che la consegna delle sale operatorie ha subito vari rallentamenti. Nel complesso, sono molti anni che questa partita non si chiude. La consegna da parte dello Stato all’ISS, dall’inizio lavori ad oggi, è durata circa otto anni. Sono tempi che non sono normali. Credo che il tempo medio per realizzare una sala operatoria non sia certo questo. Non voglio dire che ci debbano essere chissà quali responsabilità, però credo che sia opportuno e serio valutare quanto è successo”. 

Non è che succederà come accade abbastanza spesso a San Marino, che alla fine i tempi slitteranno anche qui, che non ci sarà nessun colpevole e il fatto comunque di averla avviata, andrà ad affrancare qualsiasi responsabilità. Insomma, la solita festa a tarallucci e vino. 

E’ chiaro che non posso mettermi da tutte e due le parti. Come governo abbiamo cercato di dare l’input per avere una lettura chiara della situazione relativa alle sale operatorie, per avere la certezza che tutto sia stato svolto al meglio, che non ci siano state inerzie amministrative. Non siamo noi i giudici. Si dovranno nominare delle figure tecniche che facciano approfondite verifiche. Auspichiamo che ci sia la massima serietà e di poter dare le giuste risposte”. 

I tecnici che hanno realizzato la parte edile, da noi interpellati, affermano che dal loro punto di vista è stato fatto tutto a regola d’arte. Qual è allora il problema?

“Il prodotto è sicuramente di qualità”. 

Però, le solite voci bene informate sostengono ci siano delle parti non a norma, sia nelle componenti infrastrutturali, sia in alcuni aspetti biomedicali. 

“Questo non mi risulta. Sarebbe un problema molto grosso. Si interesserà l’Authority che deve accreditare la nuova struttura”.

Perché le sale non sono ancora accreditate? 

“L’accreditamento è una fase procedurale conseguente alla consegna lavori. Quindi, lo Stato e il Territorio hanno finito i lavori e hanno consegnato le sale operatorie all’ISS. Adesso si apre questa nuova fase, che è molto complessa perché bisogna verificare la sterilizzazione dei locali, il sistema di ricambio dell’aria, la sicurezza, la funzionalità delle attrezzature: ci sono migliaia di aspetti da verificare. Il tutto deve funzionare in base a parametri tecnici molto precisi e rigorosi, che sono valutati da esperti autonomi rispetto a chi materialmente ha eseguito i lavori, proprio a maggiore garanzia della bontà del lavoro eseguito. Tutto questo dovrà avvenire in tempi già calcolati, che non dovrebbero durare più di qualche settimana”. 

Al momento però le sale non sono ancora funzionanti, vero?

“No, non è possibile, finché non sarà concluso l’accreditamento”. 

Parliamo un po’ anche dei costi, che a quanto si dice, sono più che raddoppiati. Pur tenendo conto che la vicenda è cominciata molto prima che lei assumesse la responsabilità politica dell’ISS, secondo lei, come è potuto accadere?

“Quando sono arrivato qui, i lavori erano fermi ormai da tempo. Il mio risultato può essere quello che, insieme al collega del Territorio Fiorini, a cui va il mio sentito ringraziamento, siamo riusciti a far riaprire il cantiere e far ripartire i lavori. Non mi chieda perché si erano bloccati: non lo so. Ad essere sincero, anche in quel caso, dovevano essere terminati in un anno, e invece ce ne sono voluti due. Sono slittati per fatti tecnici, a quanto ne so, perché parli con tutti, ma nessuno ha colpa. In conclusione però i tempi sono passati”. 

Non ha detto niente sui costi…

“Posso assicurare che in questi due anni non si è speso un centesimo in più di quello che era stato preventivato. In pratica, non c’è stato uno stanziamento aggiuntivo per le sale operatorie. L’appalto è rimasto quello che era stato assegnato, se non sbaglio, nel 2010. Però i tempi sono stati abnormi, e c’è sicuramente un aggravio di costi in termini di inefficienza, di mancanza di servizio, di file d’attesa per i cittadini. Va considerato un costo anche il fatto che non abbiamo potuto sviluppare prospettive per la sanità sammarinese. La sala operatoria è un motore per portare avanti dei progetti e far funzionare al meglio la struttura sanitaria”. 

Ci dia una speranza: quando saranno operative le nuove sale?

“Voglio pensare che il mese di gennaio, sia quello giusto, perché non sarebbe più tollerabile un’ulteriore proroga. Confido nei tecnici, a cui, a questo punto, spetta l’ultima parola”. 

San Marino 5 dicembre 2014