ANIS. “POCHI GLI INTERVENTI SUL CONTENIMENTO DELLA SPESA SI PUO’ FARE DI PIU’ SENZA RINUNCIARE ALL’EQUITA”

Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro promosso dalla Segreteria alle Finanze con le associazioni economiche di categoria, durante il quale è stata presentata l’ultima bozza del Progetto di Legge di Variazione al Bilancio di previsione dello Stato. Nel confronto che ne è scaturito, i rappresentanti di ANIS hanno avanzato diverse proposte per rendere questo assestamento più incisivo per quanto riguarda il contenimento dei costi dello Stato, ma anche per inserire alcuni elementi che possano favorire lo sviluppo dell’economia reale. Il quadro rappresentato dal Segretario di Stato Simone Celli è purtroppo in linea con le previsioni più negative, ovvero: una crescita economia flebile e stime del gettito fiscale al ribasso rispetto alle attese. Riguardo a questa situazione, ANIS ha ribadito come abbia messo in guardia gli ultimi Governi – compreso questo – e li abbia spronati a intervenire in maniera decisa sulla spesa corrente, individuando e colpendo le aree di spesa improduttiva, anche esternalizzando alcuni servizi e agendo in parallelo su tutte le leve in grado di favorire una ripresa economica che ancora non è sufficiente a rendere sostenibile il sistema. Per aumentare le entrate, il Governo pensa di agire su diversi fronti, come l’aumento delle imposte sui beni di lusso, la sanatoria edilizia, che si stima possa valere 4 milioni di euro, e la “rottamazione delle cartelle esattoriali”, su cui però ANIS ha messo in evidenza molte criticità. Se la sanatoria edilizia è una questione tecnica e in linea con quanto avviene in tanti altri Paesi, la seconda operazione non appare ispirata dai principi di equità e giustizia sociale: a fronte di circa 225 milioni di cartelle esattoriali si stima di incassarne effettivamente solo 5 milioni! Ci si aspetta che vengano gestiti in maniera più giusta, senza privilegiare chi si è dimostrato un pessimo pagatore. E questo vale anche per i controlli sui redditi, che finora si sono dimostrati inefficaci; sull’introduzione dell’ISEE per porre fine ai contributi e agevolazioni a pioggia senza discriminare tra chi ne ha realmente bisogno e chi no; sull’introduzione dell’IVA per rendere più equa e trasparente l’imposizione fiscale. E’ stata paventata l’introduzione di una mini patrimoniale sugli strumenti finanziari detenuti all’estero che ci appare in contraddizione con la volontà di semplificare la concessione delle residenze per attrarre imprenditori. E’ in questo senso che anche questa manovra di assestamento non appare così incisiva, pur agendo su alcuni aspetti che anche ANIS considera fondamentali per il futuro. Nelle more di una riforma delle pensioni complessiva, la scelta di ridurre le detrazioni ai pensionati va vista come un riequilibrio della tassazione rispetto ai lavoratori e non un venire meno di diritti acquisiti. Lo stesso dicasi del contributo di solidarietà dello 0,5% che si ipotizza per i dipendenti pubblici. E’ una questione di equità, ma non basta. Occorre aumentare la produttività, riequilibrando l’orario di lavoro degli uffici pubblici, che devono rimanere aperti tutti i pomeriggi ed elevare l’efficienza attraverso la riqualificazione professionale e tecnologica e premiando il merito. La novità più interessante sarebbe dunque la possibilità data a cittadini stranieri di acquistare immobili, in un numero contingentato di unità e al massimo una per cittadino. La direzione è quella giusta, anche secondo ANIS, che ha avanzato tale proposta da tempo, per rilanciare un settore strategico come l’edilizia e immettere risorse nel sistema, soprattutto quello bancario, a cui spesso gli immobili sono collegati. Sugli immobili delle imprese, infine, ANIS ha rimarcato la necessità di rivedere gli incentivi fiscali permettendo di accedervi senza l’obbligo di aumentare la forza lavoro di 5 unità. Così come è posta, è un freno agli investimenti, non un’agevolazione.