Anis: Rompiamo l’immobilismo, conserviamo le imprese ed i posti di lavoro

Alla nostra proposta di firmare gli aumenti a copertura dell’inflazione e alla richiesta di riprendere gli incontri, la CSU ha risposto “risentita” anche se poi ha dichiarato di accettare la ripresa del dialogo. Abbiamo quindi proposto due date per incontrarci lunedì pomeriggio oppure martedì mattina. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta! La dura realtà pesa e non si cambia con la demagogia e la propaganda strumentale. Nelle aziende manifatturiere nell’ultimo anno si sono persi circa 500 posti di lavoro. La Cassa Integrazione ha coinvolto 1500 lavoratori con un costo di 8 milioni di euro. Lo scudo fiscale ha tolto al Paese dai 2,5 ai 3 miliardi di euro. Abbiamo perso alcuni dei principali fattori di competitività. Il Bilancio dello Stato registra pesanti minori entrare per circa 100 milioni di euro. Nell’ultimo incontro tripartito avvenuto venerdì 11 dicembre le parti hanno assunto singolarmente questi impegni: l’Anis riconosce la copertura dell’inflazione sui salari e, anche senza la firma del Sindacato, le tabelle delle retribuzioni del 2009 e quelle con il primo acconto per il 2010 arriveranno a tutte le aziende nei prossimi giorni. Il Governo garantisce maggiori ammortizzatori sociali senza aumentare il costo del lavoro. Garantiti anche gli incentivi per creare nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Ribadiamo: dobbiamo salvare le imprese e i posti lavoro. Da subito orari flessibili per rispondere ai clienti al pari dei nostri concorrenti e per ridurre i costi della Cassa Integrazione. Abbiamo proposto di aprire un confronto per discutere la possibilità di lavorare di più sulla base della direttiva comunitaria, condivisa da tutti i sindacati d’Europa, per mantenere le attuali elevate retribuzioni, per finanziare le pensioni, per avere orari simili a quelli dei nostri concorrenti e ridurre i costi di produzione. Il Governo responsabilmente si pone come “garante” dell’azione di rinnovamento del Paese necessaria a noi tutti ed in particolare per le giovani generazioni verso le quali abbiamo precise responsabilità. La CSU non vuole assumersi responsabilità a differenza dell’USL che invece ha assunto una posizione realista. Lavoratori e imprenditori uniti per il bene comune. Conserviamo le imprese e i posti di lavoro: “Rompiamo l’immobilismo”.

comunicato stampa

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