
Lucas Rizzi (ANSA) – SAN PAOLO, 10 MAG – L’Intelligenza Artificiale (AI)
al servizio della sostenibilità ambientale, dell’efficienza
energetica, e della sicurezza nelle infrastrutture, ma anche per
la salvaguardia dei lavoratori. Sono molteplici gli ambiti di
applicazione dei progetti a cui lavora Engineering in Brasile,
dove l’azienda tecnologica italiana da 1,6 miliardi di fatturato
nel 2022 e 70 sedi nel mondo, va affermando il suo “centro
d’eccellenza” nelle tecnologie d’avanguardia.
Fondata nel 2008, con un nucleo di dieci persone, oggi la
filiale nel Paese sudamericano conta più di mille professionisti
con un’età media di 30 anni, ha filiali a San Paolo, Rio de
Janeiro, Belo Horizonte, e giganti economici del calibro di
Petrobras, Tim, Sabesp e Vale tra i suoi 150 clienti, per un
fatturato da 300 milioni di real (circa 57 milioni di euro). E
dove le prospettive di crescita sono ancora ampie, come spiega
l’ad Maximo Ibarra alla guida del Gruppo da un anno e mezzo, che
in visita a San Paolo, in un’intervista all’ANSA, invita a
guardare all’IA come ad un “ottimo co-pilota”, un settore che
certamente necessita di “regolamentazione”, ma che può “spingere” cambiamenti importanti e positivi nella società.
Proprio in Brasile – spiega il manager – il team guidato da
Filippo Di Cesare è impegnato in interessanti progetti che
utilizzano l’intelligenza artificiale come strumento per
migliorare efficienza e condizioni di lavoro. “Stiamo investendo
per aiutare diverse grandi aziende idriche a raggiungere gli
indicatori di prestazione definiti dalla nuova legge sull’Acqua,
migliorando l’efficienza e diminuendo le perdite. Nel settore
metallurgico e minerario contribuiamo al miglioramento delle
condizioni di sicurezza sul lavoro mediante l’introduzione di
veicoli autonomi”.
Nel Paese sudamericano Engineering – ritenuta una tra le
imprese It più importanti secondo Anuário Informática – ha allo
studio un’ottantina di iniziative. In campo energetico,
soprattutto per le rinnovabili, c’è l’impegno sull’uso dell’AI
per ottimizzare le fonti di approvvigionamento. E nel mondo
dell’agri-food per capire quale sia lo stato di sofferenza dei
terreni, oppure per fare previsioni sulle esigenze dei
fertilizzanti”. Lo stesso vale per i trasporti – evidenzia
Ibarra – col monitoraggio di ponti e viadotti, “per capire la
situazione di logoramento o di rischio”. O ancora, nell’ambito
dei processi manifatturieri, “per sfruttare con efficienza tutte
le fasi del processo”.
Ma se la percentuale di crescita media stimata per il
Brasile è del 5% l’anno, in linea con quella italiana, le
aspettative sono anche più rosee. “Le dimensioni della
popolazione, la percentuale di giovani, e l’utilizzo del
digitale fa sì che il mercato, che conta 18 mila start-up sia
effervescente”, osserva il manager, ricordando come qui si
trovino una ventina di unicorni, il 60% di tutta l’America
Latina, e dove lo stato di San Paolo da solo ha investito oltre
1,22 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo negli ultimi
dieci anni.
Un panorama “che offre spunti molto interessanti”,
considerato che in tutta Europa gli unicorni sono 150, col Regno
Unito in testa (44), seguito da Germania (29), e Francia (25).
Mentre in Italia sono solo due, Scalapay e Satispay. Una
differenza, quella italiana, che Ibarra giustifica con “un
ritardo del venture capital che solo adesso sta iniziando ad
essere colmato”. (ANSA).
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte