
(di Andrea D’Ortenzio) (ANSA) – ROMA, 17 DIC – Una Bce, a sorpresa, più ‘falco’ e
rapida sui tassi, e una fase davanti a noi di grande volatilità
dei mercati ma con una economia più resistente del previsto che
darà forza ai listini. Massimo Mocio, dal 2019 presidente di
Assiom Forex osserva, in un’intervista con l’ANSA, il ritorno
dell’inflazione in Europa con il misurato distacco di chi ha
studiato e iniziato la carriera in anni di alti prezzi,
gradualmente ridotti per arrivare all’obiettivo della moneta
unica.
E ora “di fronte – sottolinea – abbiamo un periodo di grande
volatilità e di incertezze, difficile da affrontare specialmente
per gli operatori più giovani, che sono cresciuti in un mondo di
tassi bassi, o zero, e scarsa inflazione. Nell’attuale contesto,
è compito di noi che abbiamo già vissuto periodi di aumento dei
prezzi a due cifre e tassi di interesse elevati, insegnare loro
come meglio operare. Di certo per i gestori non sarà facile
assicurare dei buoni rendimenti contro l’inflazione, in presenza
di grande volatilità dei listini”. L’inizio del prossimo anno
sarà quindi decisivo per capire gli orientamenti dei mercati. E
proprio in quel periodo si terrà il Congresso Assiom Forex 2023
il quale, ricorda, “partirà venerdì 3 febbraio solo in digitale
per proseguire, finalmente dopo la crisi Covid, anche in
presenza a Milano, sabato 4, per ascoltare l’intervento del
Governatore Visco”.
Parole da ascoltare con attenzione visto che l’operato della
Bce resta sotto la lente dopo le decisioni di giovedì scorso.
Francoforte, “ha alzato i tassi ufficiali di 50 punti base,
portando, come da attese, il tasso sui depositi al 2%. Ha
sorpreso, invece, il tono della dichiarazione, secondo cui la
banca centrale continuerà il percorso di restringimento della
politica monetaria “in maniera significativa” e a “ritmo
sostenuto”. Per Mocio “il mercato si aspetta ora che i tassi
supereranno il livello del 3% nel 2023. L’impatto sulla domanda
interna sarà quindi più accentuato, per combattere un’inflazione
che potrebbe dimostrarsi più persistente del previsto”.
E però il presidente di Assiom Forex si mostra tranquillo, a
di là di singoli e inevitabili contraccolpi, sul mercato dei
titoli di stato del nostro paese. “Il cambio di passo avviato
dalla Bce, “con un certo ritardo rispetto alla Fed, pone fine a
un lungo periodo anomalo di tassi zero” ma, se è significativo
dal punto di vista dell’entità dei rialzi “è molto più graduale
per quanto riguarda i titoli di Stato. È stato infatti deciso un
approccio particolarmente cauto dove i titoli in scadenza non
saranno reinvestiti interamente, evitando così turbolenze sul
mercato”. “Più incisivo, anche se molto meno visibile, sarà
invece il terzo canale, ovvero la stretta sui criteri di
concessione del credito”. La Bce è di fronte a “un esercizio di
equilibrio per contrastare l’inflazione, evitare la recessione e
drenare la liquidità in eccesso” rileva.
Per quanto riguarda l’Italia “senza entrare nel merito delle
scelte politiche, registro come lo spread e i cds abbiano
mostrato un calo rispetto ai picchi dell’anno. Lo spread in
asset swap del Btp a dieci anni è sceso in modo significativo,
portando i prezzi attuali ad incorporare una bassa probabilità
di deterioramento del rischio sovrano. I titoli di Stato
italiani inoltre offrono rendimenti interessanti, sia per i
nostri risparmiatori privati, come dimostrato dal successo del
Btp Italia, sia per gli investitori esteri, molti dei quali
guardano con interesse al nostro Paese”.
E’ chiaro che “l’esposizione delle banche italiane al debito
sovrano tenderà a ridursi, alla luce delle indicazioni delle
autorità di vigilanza e delle nuove condizionalità del Tltro
della Bce. Anche per questo sarebbe auspicabile una maggiore
partecipazione dei risparmiatori retail che, dopo anni di
risparmio ‘forzato’, anche a causa del lockdown, potrebbero
essere più invogliati a investire la liquidità dei depositi’.
Ma le mosse della Bce e delle altre banche centrali hanno
anche un ulteriore conseguenza. “La riduzione della liquidità,
immessa nel sistema dalle banche centrali in questi anni, ha
avuto come effetto collaterale positivo quello di sgonfiare
alcune bolle sugli asset virtuali, ad esempio le criptovalute.
Un fenomeno che in Italia è sempre stato marginale, visto che le
nostre banche non vi hanno partecipato, a differenza di alcune
statunitensi. La discesa delle criptovalute non sta provocando
rischi sistemici, ma solo perdite per singoli investitori”.
(ANSA).
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