Maxi-blitz della guardia di finanza contro la criminalità organizzata cinese: le fiamme gialle hanno scoperto operazioni di riciclaggio di denaro sporco per centinaia di milioni di euro. Oltre mille militari della Gdf del comando regionale Toscana hanno eseguito arresti, perquisizioni e sequestri di beni immobili e mobili, auto di lusso, quote societarie e denaro contante, in otto regioni: Toscana, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia.
Oltre 100 le aziende ritenute coinvolte in un presunto maxi-riciclaggio tra le province di Firenze e Prato. Secondo le indagini, le aziende individuate trasferivano verso la madrepatria centinaia di milioni di euro provenienti da vari reati.
L’associazione mafiosa contestata ai cittadini cinesi arrestati era finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti derivanti dai reati di evasione fiscale, di favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza nel territorio dello Stato di cittadini cinesi clandestini per il successivo sfruttamento nell’impiego al lavoro, di sfruttamento della prostituzione, contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi falsi o in violazione delle norme a tutela del “made in Italy”, ricettazione, appropriazione indebita.
GRASSO, DURO COLPO A ORGANIZZAZIONE CRIMINALE
Ammonta a oltre 13 mln di euro la somma sequestrata finora dalla guardia di finanza toscana durante l’operazione contro un’associazione cinese dedita, secondo l’accusa, al riciclaggio di denaro. Lo strumento utilizzato era l’agenzia di money transfer ‘Money2Money’ e una finanziaria con sede a San Marino. Sequestrati anche 181 immobili, 300 conti correnti e 73 aziende.
Per il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, si tratta di “un duro colpo all’organizzazione criminale: come per la mafia, la confisca dei beni significa colpire alla base questo tipo di criminalita”. Grasso ha ricordato che “le norme contenute nel pacchetto sicurezza hanno favorito e intensificato i controlli sulle attività di money transfer.
Da questa indagine emerge quanto tali norme abbiano messo in crisi il sistema, preoccupando l’associazione criminale, che ha cercato una scappatoia attivando i rapporti con una finanziaria di San Marino”. L’Italia, ha aggiunto Grasso “é il secondo paese, dopo gli Usa, per trasferimento di denaro attraverso questo canale”.