
“Dopo lo sblocca cantieri, il governo con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini torna a stravolgere il Codice dei contratti pubblici”. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra.
Secondo il sindacato, “il nuovo testo è un vero e proprio salto all’indietro, una controriforma che elimina gli aspetti qualificanti nelle procedure di appalto ispirate ai principi della trasparenza, della non discrezionalità, della correttezza e della libera concorrenza tra le imprese”. Il rischio, osserva Massafra è che si aprano “ampi varchi a mafia e corruzione”. Per il segretario confederale della Cgil, “si cancella, di fatto, la sostanza dell’appalto pubblico che per essere tale deve avere come elemento centrale l’evidenza pubblica, costituito dal bando di gara, dalla sua pubblicità e dalla partecipazione effettiva delle imprese ai bandi pubblici”.
Inoltre, aggiunge Massafra, “si dà la possibilità di procedere con il cosiddetto subappalto a cascata senza alcun limite. In questo modo si indebolisce il sistema d’impresa attraverso una concorrenza tutta al ribasso che ha come elemento centrale non la qualità dell’opera, ma la riduzione dei costi, innanzitutto di quelli della manodopera, facilitando per questa via la proliferazione del lavoro nero e la presenza di imprese che rispondono alla criminalità organizzata”.
Il nuovo Codice degli appalti, ribadisce, “rappresenta un vero e proprio salto all’indietro, soprattutto in una fase di imponenti investimenti che coinvolgeranno il settore degli appalti con le risorse pubbliche messe a disposizione dal Pnrr e dai fondi comunitari. Per questo la nostra battaglia proseguirà”, a partire dalla manifestazione già proclamata per sabato 1 aprile da Fillea-Cgil e Feneal-Uil.
“Ci batteremo contro un nuovo Codice che rischia di peggiorare le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori e per difendere le conquiste fatte come – conclude Massafra – l’obbligo delle clausole sociali a difesa della continuità occupazionale, della non ribassabilità dei costi della manodopera, del durc di congruità della manodopera,della parità di trattamento e stesso contratto per lavoratori in appalto e subappalto”.
La Lega contro Busia
La Lega all’attacco di Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, dopo le sue parole critiche sul Codice degli appalti: “Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini”, afferma Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega. “Se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti – aggiunge -, non può stare più in quel ruolo. Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”.
“La Lega ha piena fiducia negli amministratori locali, a differenza del presidente di Anac che li considera evidentemente corrotti e corruttibili. Busia prima di sparare a zero sui sindaci e sul Codice Salvini dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l’Italia. Noi vogliamo efficienza e sburocratizzazione per un Paese veloce, non ci sono dubbi”. Lo dichiarano i deputati della Lega in commissione Ambiente Gianpiero Zinzi, Alessandro Benvenuto, Gianangelo Bof, Elisa Montemagni e Graziano Pizzimenti.
“Chi punta il dito a priori sui sindaci italiani non può ricoprire il ruolo di presidente dell’Anac. Gravi, infondate e imprecise le dichiarazioni di Giuseppe Busia che accusa praticamente migliaia di primi cittadini di corruzione. Inaccettabile. A lui spetta il ruolo di controllore, non di accusatore. Faccia un passo indietro e si scusi con i nostri sindaci che sapranno, invece, affidare i lavori pubblici con trasparenza per il bene delle loro comunità. Con il codice Salvini si dà mano libera al lavoro con appalti più veloci e maggiore autonomia agli enti locali, non certo a cantieri a casaccio per ‘relazioni personali’”. Così il senatore della Lega, Gianluca Cantalamessa che è anche capogruppo del suo partito nella commissione Industria di Palazzo Madama.
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