Approfondimento lettera di Bevitori – RUBARE IN REPUBBICA DI ALESSANDRO BEVITORI

RUBARE IN REPUBBLICA….. CONVIENE!!!

Lettera aperta ai sammarinesi

Cari concittadini e coresidenti,

scrivo questa lettera perché è bene che i sammarinesi sappiano a cosa andrebbero incontro nel malaugurato caso si trovassero nella brutta situazione che sto vivendo io in questi giorni.

Probabilmente avrete sentito parlare attraverso precedenti articoli a mezzo stampa del furto che io e la mia famiglia, unitamente ad altri malcapitati di Cailungo, abbiamo subito la settimana appena passata.

In più occasioni mi era capitato di sentire parlare del “trauma post-furto” che affligge gli sventurati dopo aver ricevuto l’inattesa visita di malfattori,  però solamente quando si vive in prima persona si riesce effettivamente a comprendere il  tipo di trauma che si subisce. E’ una violenza subdola, uno stupro psicologico che ti stordisce, disorienta, indebolisce.

Ancor di più se questo capita a un sammarinese, spiego il perché di questa affermazione raccontando la mia vicenda.

Quando mi sono svegliato, quella mattina del 7 di maggio, ho immediatamente visto le finestre danneggiate, poi progressivamente ho ravvisato l’intero ammanco, compresa la mia auto.

Ho chiamato immediatamente il 113, la Gendarmeria nel giro di breve è  arrivata sul posto.

Dopo aver eseguito i primi rilievi del caso, prontamente i gendarmi hanno capito che il furto era stato pianificato e preparato con scrupolo con l’aiuto di un basista che conosceva bene le nostre abitudini.

Ha domanda degli stessi gendarmi di chi avesse potuto “tenerci d’occhio” e quindi se avevamo notato persone non residenti “girare attorno casa”, il nostro pensiero è andato immediatamente ai grossi cantieri edili nei pressi della nostra abitazione.

I due agenti ci hanno confermato che di frequente raccolgono denunce per furti o ammanchi accaduti nei pressi di cantieri edili perché si avvalgono di manovalanza spesso con all’attivo precedenti penali. Gli stessi agenti ci hanno detto: “Quei cantieri andrebbero controllati meglio!”.

Comunque andando con ordine, ma soprattutto con priorità, ho suggerito di verificare il Telepass e il Via Sat di cui la mia auto era munita poi eventualmente fare le verifiche presso i cantieri adiacenti delle abitazioni derubate con identificazione degli addetti ai lavori verificando la regolarità con l’Ufficio del Lavoro ed eventuali pendenze sugli stessi lavoratori. Se queste prime indagini destassero qualche sospetto, si potrebbe poi procedere con l’acquisizione di tabulati telefonici o ancor di più con lo strumento delle intercettazioni.

Va da sè che in questi casi bisogna procedere con la massima celerità perché ogni minuto è prezioso per tentare di acciuffare i criminali in fuga.

Bene, nella nostra amata Repubblica nulla di questo è possibile!

Non ci sono contatti con la società AUTOSTRADE per reperire dati o filmati registrati ai caselli autostradali, addirittura sono stato disincentivato dal farlo perché “i ladri non sono così stupidi da utilizzare il telepass”, mentre, invece, successive indagini smentiscono questa tesi infatti le autorità italiane mi hanno poi riferito che la mia auto alle 6.30 della mattina stessa aveva varcato il casello di Napoli Nord!!!

Non c’è nessuna competenza in merito al funzionamento del sistema satellitare Via Sat, solamente tramite un consiglio di un amico sono stato in grado di informare la Gendarmeria che il Via Sat è dotato al suo interno di una scheda telefonica pertanto si potrebbe rintracciare il segnale.

Qui un ulteriore ostacolo perché i gendarmi mi hanno risposto che “ha poco senso effettuare questo tipo di controllo perché i tempi di riscontro, alla richiesta avanzata alla compagnia telefonica, sono lunghi e quindi la tua macchina hanno già fatto in tempo a caricarla su un container…”

A completamento delle indagini preliminari si sarebbe dovuto fare un controllo ai principali indiziati. Verificando il personale delle aziende italiane in subappalto, partendo da una ricerca di eventuali pregiudicati. Qui però un successivo impedimento, “a San Marino non abbiamo più il terminale…” ossia non abbiamo più quello strumento che permette alla Gendarmeria di consultare gli archivi italiani per quanto riguarda precedenti penali o il semplice controllo di una targa forense.

Quella stessa mattina, mentre stavo depositando la denuncia presso la Brigata della Gendarmeria, mi metto in contattato con un caro amico al quale circa 1 anno fa era capitata la stessa cosa. Mi racconta la sua vicenda e mi consiglia di non perdere troppo tempo a fare la denuncia a San Marino e di andare a deporre la denuncia a Rimini nei tempi più brevi possibili. Io perplesso gli chiedo il motivo e lui mi risponde che la denuncia fatta a San Marino viene acquisita dalle autorità italiane a distanza di 2 o 3 giorni. Al che, con la denuncia della Gendarmeria in mano, corro presso i Carabinieri di Rimini e chiedo di fare denuncia anche presso di loro. Questo non mi viene consentito perché l’iter burocratico prevede solamente l’acquisizione a seguito di trasmissione ufficiale dalle autorità sammarinesi. Io insisto spiegando ai militari italiani che ho ragione di credere che la mia auto sia in transito sulle strade italiane per cui è importante che le forze dell’ordine tutte siano informate.

Il Carabiniere di turno cerca di rassicurarmi dicendomi che l’acquisizione in Italia della denuncia è in automatico per cui posso stare tranquillo, al ché gli chiedo di eseguire fisicamente il controllo sui loro dati informatici. Nello stupore generale della caserma di Rimini mi dicono che della mia auto non c’è alcuna segnalazione. Addirittura il maresciallo esclama “Cavolo allora conviene rubare a San Marino se poi si può transitare liberamente!”

Tengo a precisare che questo accade alle 14.30 del pomeriggio quando il furto della mia auto è stato compiuto alle 3.00 della notte prima.

Sta di fatto che esco dalla caserma senza aver ottenuto nulla, sapendo che a San Marino non hanno gli strumenti per investigare e che in Italia nemmeno sono a conoscenza dell’accaduto.

Rientro a casa con una sola certezza, non rivedrò più la mia auto.

A questo punto mi sorgono dei quesiti: a che serve che la Gendarmeria intensifichi i controlli se poi non hanno gli strumenti per approfondirli?…per controllare i regolari pagamenti di bollo e assicurazione??? Perché continuare a pagare il servizio INTERPOL e in primis i vari responsabili, coordinatori o come sono stati definiti Super-poliziotti tutti remunerati profumatamente se poi non riusciamo ad avere nessun collegamento al di fuori della Repubblica?

Spero che questa lettera aiuti i sammarinesi a migliorare il grado di attenzione, alzando il livello di guardia e soprattutto abbatta quella convinzione che, fino a poco tempo fa avevo anche io, San Marino è tranquilla e i furti si registrano solamente nella stagione estiva nelle zone di confine ad opera di dilettanti.  Spero altresì che la politica colga questo messaggio e che si sproni a fare molto di più in ambito di sicurezza, mettendo a disposizione delle nostre forze dell’ordine almeno gli strumenti necessari. A quel punto si potrebbe partire dai controlli della manodopera forense partendo, torno a dire, dai cantieri edili che si avvalgono della collaborazione di aziende italiane.  E chissà magari qualche Segretario di Stato potrebbe anche arrivare a chiedersi a cosa e a chi servono tutti questi appartamenti e ancora di più da dove provengono i soldi di queste enormi costruzioni, ma questo è tutto un altro discorso…

Alessandro Bevitori

Colgo l’occasione per informare la cittadinanza che è in fase di costituzione l’ “Associazione San Marino Sicura”, un’iniziativa per la tutela del cittadino che si pone l’obiettivo di migliorare la sicurezza nel Territorio con proposte, suggerimenti, idee utili al raggiungimento dello scopo. Pertanto chi fosse interessato o appoggia il progetto può inviarmi una e-mail con i propri dati e recapiti al seguente indirizzo abevitori@omniway.sm, sarà mia premura ricontattarvi.

Cittadini,aderite numerosi perché insieme possiamo fare molto e nel nostro Paese c’è molto da fare!