Arresti a Oppido Mamertina per violenze e minacce su una giovane che aveva denunciato abusi dalla famiglia. Frustata a sangue con una corda e imbavagliata per non far sentire le urla

 

Un’indagine condotta da forze dell’ordine ha portato all’arresto di membri di una famiglia di Oppido Mamertina, nel cuore dell’Aspromonte, coinvolti in casi di violenza e minacce rivolte a una ragazza che aveva denunciato abusi. La giovane, originaria di Oppido Mamertina e vittima di violenze fisiche e minacce da parte di alcuni parenti, aveva deciso di raccontare le violenze subite da un gruppo di bulli vicino alle cosche di ‘ndrangheta di Seminara.

Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche, hanno rivelato che la ragazza, allora minorenne, era stata sottoposta a sevizie e minacce per indurla a ritrattare le sue dichiarazioni. La famiglia della vittima avrebbe cercato di farle cambiare versione, anche minacciandola di gravi conseguenze. Tra le azioni messe in atto, ci sarebbero anche tentativi di farle passare la pazzia, come raccontato dalla stessa ragazza, che avrebbe riferito di essere stata inviata da parenti a uno psichiatra con l’obiettivo di farle certificare una malattia mentale.

Tra le misure adottate, l’autorità ha disposto gli arresti domiciliari per la nonna della giovane, di 78 anni, mentre lo zio di 47 anni, figlio dell’anziana, ha ricevuto un divieto di avvicinamento. La ragazza ha riferito di aver subito anche una frustata a sangue con una corda e di essere stata imbavagliata per evitare di gridare, episodi che testimoniano la brutalità delle violenze.

Le forze dell’ordine continuano le indagini per approfondire il coinvolgimento di altri soggetti e accertare eventuali altri episodi di violenza.