“Arrivano 50 profughi”: bomba contro il centro in allestimento in Gallura

Rimane alta in Sardegna la tensione legata all’accoglienza. Dopo l’intimidazione arrivata alla prefetta di Cagliari, un agriturismo destinato a trasformarsi in centro di accoglienza per migranti è stato devastato a Buddusò, in Gallura. Ignoti nel cuore della notte tra mercoledì 16 e giovedì 17 hanno fatto esplodere un ordigno rudimentale all’interno della struttura “Le Querce”, in località Santa Reparata, chiuso ormai da tempo. I danni sono ingenti.

L’agriturismo doveva ospitare 50 migranti
L’agriturismo era stato individuato dalla Prefettura di Sassari come struttura idonea per ospitare 50 profughi. La bomba è esplosa poche ore dopo la seduta straordinaria del Consiglio comunale convocata per discutere del possibile arrivo di migranti in paese, un’ipotesi contestata dalla cittadinanza. Sull’attentato indagano i carabinieri della stazione di Buddusò.

La rabbia del sindaco
Il sindaco ha espresso tutta il suo rammarico per quanto è successo. Ma anche dato sfogo alla sua rabbia e il suo disappunto. “Budduso è un paese che purtroppo non è nuovo ad atti vandalici così violenti, e che ha una triste storia di regolamenti di conti e faide familiari, che sono passati attraverso l’uso di bombe e ordigni di diversa natura”, ricorda il primo cittadino.

I commenti razzisti su Facebook
Giovedì scorso a Buddusò si è tenuta una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere del possibile arrivo di migranti in paese, eventualità che ha suscitato reazioni di contrarietà in una parte della cittadinanza. Non sono mancati i commenti razzisti come questo apparso su Facebook: “Non basta la gente che abbiamo ci mancano solo loro, non voglio essere razzista ma stiamo morendo noi di fame. Ma li dobbiamo prendere per forza?”, riporta la Nuova Sardegna. O ancora. “Noi fuori a cercare lavoro e questi che li chiamo spazzatura vengono a casa nostra a fare i mantenuti…Colpa anche di chi vuole arricchirsi alle loro spalle con i contributi. Vergogna”. Insomma sembra di sentire gli stessi toni che due settimane fa hanno portato alla rivolta e alle barricate di Goro, nel Ferrarese, indicata per l’accoglienza di 12 donne richiedenti asilo e poi ospitate altrove.

Il movente dell’attentato
Il movente dell’attentato appare chiaro. La bomba contiene un chiaro messaggio, indirizzato, non tanto al sindaco Giovanni Antonio Satta che non ha alcun potere, nell’allestimento e gestione dei centri per i rifugiati, o al proprietario della struttura quanto, piuttosto, alla Prefettura di Sassari che ha e al governo nazionale.

“Nessuno ci ha informato sull’identità di questi migranti”
Inutile cercare di stemperare i toni. Purtroppo la situazione è degenerata, racconta un cittadino al quotidiano. Durante l’assemblea abbiamo provato a discutere di una lettera scritta dal sindaco e indirizzata alla Prefettura, che spiega le ragioni dei numerosi dubbi rispetto a questa situazione”. Innanzitutto continua l’intervistato nessuno ci ha informato sull’identità di questi migranti, non sappiamo se saranno uomini, bambini o uomini. Poi il locale scelto non è idoneo: è stato collaudato per ospitare massimo 10 persone.

Il precedente
La scorsa alla prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta è arrivata una busta con dentro una lettera minatoria e due proiettili per tentare di impedire la trasformazione dell’ex scuola di polizia penitenziaria di Monastir, nell’hinterland cagliaritano, in una struttura per l’ospitalità dei profughi. Lo stesso edificio era stato precedentemente preso di mira con un attentato incendiario.