Allarme dell’UE per l’infiammata dei prezzi di pane e petrolio. In Italia a febbraio l’inflazione ha toccato il 2,4%, dato record dal 2008. Sul Titano, nonostante il taglio della monofase, è al 3% (dato di novembre). L’Unione Europea fa scattare l’allarme: si rischia l’effetto Nord Africa sui prezzi. Le ultime previsioni della Commissione Ue indicano per il 2011 un balzo in avanti di quattro punti rispetto alle precedenti stime sia nell’Eurozona sia nella Ue-27, che chiuderanno l’anno rispettivamente al 2,2% e al 2,5%. Sul banco degli imputati soprattutto l’aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime. E Bruxelles parla apertamente dei rischi legati agli attuali sviluppi politici nel Nord Africa e in Medio Oriente.
Secondo i calcoli provvisori dell’Istat l’inflazione a febbraio in Italia si è attestata al 2,4%, con una crescita dello 0,3% rispetto a gennaio. Si tratta del dato peggiore dal novembre 2008 quando era stato toccato il 2,7%. Sul dato hanno pesato gli aumenti dei beni alimentari e dei carburanti.
A San Marino gli ultimi dati disponibili dell’Ufficio Programmazione Economica dicono che a novembre 2010 l’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto il 3% su base annua. Su base mensile l’aumento è stato più contenuto, del 2%. A incidere nel portafoglio dei sammarinesi sempre i generi alimentari che con frutta e ortaggi, in un anno, hanno toccato aumenti che vanno dal 19 al 25%.
Si tratta di percentuali che fanno riflettere, soprattutto alla luce del taglio di 2 punti (dal 17% al 15%) della Monofase. Scelta che secondo l’Esecutivo doveva incidere sui prezzi finali dei prodotti d largo consumo e quindi incentivare i consumi interni.
A questo proposito il presidente dell’ASDICO, Augusto Gatti, ricorda: “Siamo sempre stata contrari alla riduzione generalizzata di due punti della monofase, perché eravamo certi che tale provvedimento avrebbe favorito una categoria economica già molto agevolata e non avrebbe comportato nessuna ricaduta positiva per i cittadini ed i consumatori. Questo a fronte di un mancato introito per le casse dello Stato superiore ad 8 milioni di euro annui”.
Responsabilmente, continua Gatti, “avevamo anche suggerito di spostare tale riduzione nella San Marino Card, interessando in maniera articolata anche le altre aliquote ridotte, ossia quelle che vengono applicate ad i generi di prima necessità. In questo modo si sarebbe dato un piccolo aiuto alle famiglie ed ai consumatori. Riteniamo sempre più indispensabile – conclude il presidente dell’ASDICO – porre in essere uno stringente e puntuale controllo sui prezzi, confrontandoli anche con le dinamiche delle zone limitrofe, per evitare furberie e speculazioni che in questo momento di crisi sono inaccettabili.”
ASDICO – CDLS