Asia in crescita: a Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,66% e Hong Kong va in rally

borsa-tokyo3-239579L’ottava si apre in tono più che positivo per i mercati dell’Asia, dopo che venerdì dati sull’occupazione Usa inferiori alle attese hanno allontanato il nuovo possibile rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. La migliore performance delle ultime otto settimane è confermata dal guadagno dell’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che ha sfiorato un progresso dell’1,50% mentre il migliore risultato è quello dell’Hang Seng di Hong Kong, in crescita di circa l’1,70% (appena peggio fa l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Sono i corsi valutari a guidare la seduta, con il won sudcoreano ai massimi delle ultime due settimane e il dollaro neozelandese che guadagna per la quarta giornata consecutiva. Il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa contro le altre dieci principali monete, è in declino di circa lo 0,30% mentre lo yen, deprezzatosi del 2% nella precedente ottava, guadagna circa lo 0,40% sulla divisa Usa. Andamento legato alle dichiarazioni di Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (BoJ), secondo cui resta ampio spazio di manovra per tagliare ulteriormente in negativo i tassi d’interesse del Sol Levante. Kuroda, parlando a Tokyo, ha sottolineato di non condividere l’opinione che vi sia un limite all’allentamento monetario e che, in questa fase, un dietrofront non è un’opzione per la seconda maggiore economia dell’Asia. Anche per questo il Nikkei 225 di Tokyo, dopo avere toccato un progresso ampiamente superiore all’1% in intraday, limita allo 0,66% il suo guadagno in chiusura (l’indice più ampio Topix si apprezza invece dello 0,24%). Sul fronte macroeconomico, in luglio i salari medi totali sono cresciuti dell’1,4% annuo in Giappone come in giugno (dato quest’ultimo rivisto al rialzo dall’1,3% preliminare) e contro il declino dello 0,1% registrato in maggio e l’incremento dello 0,5% atteso dagli economisti.

Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio è in decisa correzione dopo il balzo del 3% registrato venerdì su possibili accordi tra Russia e Arabia Saudita per la stabilizzazione dei prezzi. L’oro si muove intorno ai massimi di oltre una settimana (aveva guadagnato lo 0,9% venerdì in scia ai dati macro Usa). L’alluminio recupera terreno dai minimi di luglio mentre piombo, zinco e stagno scambiano sui massimi di oltre un anno. E a Sydney i colossi minerari Bhp Billiton e Rio Tinto guadagnano quasi il 3% e oltre l’1% rispettivamente. A fine seduta l’S&P/ASX 200 segna un apprezzamento dell’1,06% in una giornata comunque contrastata per i petroliferi. A circa un’ora dalla chiusura, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa lo 0,20% mentre è intorno allo 0,60% l’incremento dello Shenzhen Composite. In precedenza il Kospi di Seoul aveva invece registrato un progresso dell’1,05% al termine degli scambi.

La Stampa.it

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