Hanno aspettato due giorni, nascosti, senza lasciare tracce della loro presenza. Hanno aspettato che le acque si calmassero. Poi, a quarantotto ore di distanza dall’assalto al portavalori che nel tardo pomeriggio di lunedì aveva portato il terrore lungo il tratto cesenate dall’A14 tra i chilometri 103 e 107, il commando è tornato a far parlare di sé. Con ogni probabilità infatti il Ducato dato alle fiamme mercoledì sera all’altezza della rampa di collegamento tra la Secante e l’E45 era stato utilizzato dai rapinatori per dileguarsi dal luogo del colpo, dopo l’iniziale fuga a piedi avvenuta in mezzo alle campagne di Ruffio. Anche nel Riminese, intanto, proseguono le ricerche dell’eventuale ‘covo’ utilizzato dai malviventi subito dopo il blitz, e del ‘basista’ a cui si sarebbero appoggiati.
Gli uomini della squadra mobile di Forlì stanno lavorando incessantemente per dare un’identità ai responsabili dell’agguato avvenuto a colpi di kalashnikov contro il blindato e le tre guardie giurate che si trovavano al suo interno. Sul tavolo ci sono le immagini delle telecamere dell’A14 che potrebbero aiutare a ricostruire i movimenti e la provenienza del commando e i vari reperti rinvenuti, sia sull’autostrada che in mezzo ai filari di alberi dove mercoledì sera è stato ritrovato il furgone incendiato.
La dinamica dei fatti e il luogo del rinvenimento lasciano dunque pensare che i rapinatori possano essere rimasti nel territorio cesenate anche dopo aver commesso il colpo, probabilmente per ridurre i rischi di essere intercettati durante le prime fasi di caccia all’uomo. Evidentemente avevano un posto sicuro dove nascondersi e magari si sono avvalsi pure della ‘copertura’ di un loro punto di riferimento sul territorio.
POI, dopo il tramonto del secondo giorno, sono tornati allo scoperto liberandosi del Ducato. All’arrivo sul posto i soccorritori, allertati da un passante in transito lungo l’E45, non hanno trovato nessuno; il forte odore di liquidi incendiari e l’assenza di targhe sul mezzo, comprovano ulteriormente la tesi del collegamento con la rapina. Il furgone, grazie alle sue dimensioni, era anche il veicolo più adatto a trasportare, passando inosservato, una decina di persone, quelle che componevano il commando. Da lì, la fuga dei rapinatori potrebbe essere proseguita lungo l’E45, verso Roma o verso Ravenna. In ogni caso in direzione di strade ad altoscorrimento: il tracciato ideale per chi vuole allontanarsi in fretta.
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