Assemblea edilizia, tra contratto e licenziamenti

I lavoratori dell’edilizia privata  denunciano lo stillicidio dei posti di lavoro, con 32 nuovi licenziamenti, e il mancato rinnovo del contratto. E’ quanto emerso ieri pomeriggio a Valdragone nell’assemblea promossa dalla Federazione Costruzioni della CSU.

“Sta continuando in maniera quasi inarrestabile la perdita di posti di lavoro causata dalla chiusura di aziende sammarinesi”, affermano i segretari della Federazione Lavoratori Costruzioni, Alfredo Zonzini (CSdL) e Gianluigi Giardinieri (CDLS), che in questi giorni  stanno seguendo la vicenda di due imprese: la Investimenti Immobiliari Sa e la Finedil Sa,  entrambe con sede presso lo studio di un noto legale sammarinese di Dogana. “Queste due aziende – affermano – hanno formalizzato la riduzione totale del personale dipendente. Si tratta di 32 dipendenti, 3 sammarinesi-residenti e 27 frontalieri, che perdono il posto di lavoro, e altre 32 famiglie si trovano di fronte a un futuro incerto e preoccupante”. La FULC-CSU e l’assemblea dei lavoratori edili rimarcano che “il costo più alto della crisi, ancora una volta, viene fatto pagare esclusivamente ai lavoratori ed alla collettività”. E definiscono “inaccettabile” e “sconsiderato” il rilascio di licenze a ditte “che di fatto sono scatole vuote”.

“E’ incredibile, – accusano – perché dietro queste situazioni si nascondono progetti fumosi e una gestione del territorio a dir poco discutibile. Troppe volte, dietro il comodo paravento delle Società Anonime, si nascondono personaggi sfuggenti e opachi. E’ ora di voltare pagina e far emergere, una volta per tutte, chi si nasconde dietro compiacenti intestazioni fiduciarie. Non è più accettabile che chi deve pagare il conto abbia un nome e cognome e invece chi specula, si arricchisce e lascia i debiti sulle spalle dei lavoratori, sia un illustre anonimo”.

Altro aspetto strettamente legato alla necessità di maggiore trasparenza riguarda l’intervento delle società di leasing, che di fatto hanno la proprietà dei terreni e dei beni immobili. “Si tratta di una sorta di ‘scudo protettivo’ che spesso impedisce al sindacato e ai dipendenti di recuperare salari e stipendi arretrati e non pagati sugli unici beni che hanno un qualche valore commerciale, immobili, terreni e mezzi”.

I lavoratori edili riuniti in assemblea e la FULC-CSU tornano poi a chiedere un più incisivo controllo dell’Ispettorato del Lavoro riguardo al fenomeno del lavoro nero,  che troppo spesso penalizza proprio i lavoratori regolari: “E’ indispensabile una forte restrizione delle autorizzazioni per il distacco di dipendenti da ditte italiane verso i cantieri sammarinesi. Ed è necessario che le Autorità di controllo intervengano per verificare in maniera approfondita i reali proprietari delle imprese edili che operano sul territorio”.

Sul fronte del rinnovo contrattuale, l’assemblea ha espresso apprezzamento nei confronti dell’OSLA che, in attesa del rinnovo economico, ha comunque riconosciuto la “vacanza contrattuale”, mentre esprime  una “decisa condanna nei confronti dell’atteggiamento provocatorio posto in essere da ANIS, UNAS e ASES che vorrebbero negare ai lavoratori del settore edile la salvaguardia dei salari e degli stipendi rispetto alla dinamica inflattiva ed il recupero della percentuale di incremento del contributo al primo pilastro previdenziale”. I lavoratori edili non accettano queste imposizioni: “La chiusura del rinnovo economico del contratto è un segnale di responsabilità che i lavoratori si aspettano. Se prevarrà questo atteggiamento, i lavori attiveranno le iniziative di mobilitazione più opportune a difesa dei posti di lavoro e delle retribuzioni”.

comunicato stampa