ASSOCIAZIONE EU/SAN MARINO. Prime vistose crepe nel muro dei sostenitori all’Associazione … di Marco Severini, direttore GiornaleSM

Fino a ieri sembrava un muro granitico. Tutti compatti, tutti allineati, tutti entusiasti dell’accordo di associazione con l’Unione Europea.

Nessuna voce fuori dal coro. Nessun dubbio. Nessuna esitazione. Tutti inquadrati a favore dell’accordo di associazione

Ma dopo i nostri articoli che hanno posto giustificati dubbi sull’ASSOCIAZIONE UE/SAN MARINO qualcosa si sta muovendo.

Nella maggioranza iniziano a spuntare i primi consiglieri dubbiosi.

Ed in quasi tutte le forze politiche favorevoli all’associazione si avvertono scricchiolii.

C’è chi parla sottovoce, chi inizia a fare domande, chi ormai non ha più il coraggio di difendere pubblicamente un accordo che la gente comune, quella che vive San Marino ogni giorno, non vuole affatto e lo ha dimostrato chiaramente e con forza sui social. Su Facebook, infatti, chi appoggia l’Europa non si fa vedere, perché sa bene che verrebbe sommerso da critiche, attacchi e insulti. E con essi, potrebbe perdere quel consenso a cui tiene più di ogni altra cosa.

Ma è solo la punta dell’iceberg. Tanti contrari all’Accordo di Associazione UE preferiscono non esporsi, ma nel privato parlano eccome, criticano senza mezzi termini e non vogliono assolutamente questo accordo.

L’ho scritto chiaramente nel mio articolo su GiornaleSM: il 70-80% dei sammarinesi, ultimamente, è contrario all’accordo di associazione. E questo dato si percepisce chiaramente nel Paese, basta andare in giro, basta fermarsi per strada: tutti ne parlano.

Allora perché tutta questa corsa ad approvarlo?
Perché tutta questa fretta?
Forse ci sono interessi di poltrona?

È ormai evidente che molti partiti vedono nell’Europa un ascensore per restare al potere o tornarci. Chi è stato al governo, chi vuole tornarci, chi teme di perdere il proprio ruolo…

Tutti uniti da un’unica motivazione: garantirsi un posto, un incarico, una sedia.

Imperativo stare al governo o fare in modo di arrivarci !

A costo di svendere la sovranità del Paese.

Ma adesso qualcosa cambia. I consiglieri più lucidi iniziano a farsi domande: E se i cittadini ci chiedessero conto? Li incontriamo ogni giorno, nei bar, nei supermercati e nei ristoranti di San Marino! E se davvero si facesse un referendum? E se, dopo aver firmato, dovessimo affrontare un rigetto popolare clamoroso?

Dubbi che fino a ieri venivano zittiti, oggi serpeggiano nelle riunioni di partito o tra semplici consiglieri che ci chiamano ponendosi dei dubbi e/o dandoci ragione: anche due stamattina.

Poi è palese che io non ce l’abbia con la maggioranza o addirittura voglia frantumare il governo, ma i dubbi ci sono, e forse qualcosa in più, e rimangono tutti. E crescono giorno dopo giorno.

Perché se è vero che l’accordo non è ancora ratificato, è altrettanto vero che nessuno ha il coraggio di portarlo davanti ai cittadini sammarinesi. Nessuno della politica, tranne poche eccezioni, vuole di Referendum!

E il motivo è semplice!

La gente, i cittadini sammarinesi, voterebbero in massa NO.

Chi sta in Consiglio lo sa.
Chi sta al governo lo sa.
E alcuni, per fortuna, stanno iniziando ad ascoltare la propria coscienza.

Non so se sarà sufficiente.
Non so se avremo ancora il tempo per fermare questa deriva.

Ma so che una crepa nel muro è l’inizio di tutto.

E QUESTA CREPA C’E’ GIA’! E PENSO NON SIA PICCOLA!

E allora diciamolo forte:

meglio mille crepe nel muro, che un’intera Repubblica svenduta all’Europa in silenzio!

Marco Severinidirettore GiornaleSM