Che spettacolo l’altra sera al Kursaal per l’appuntamento denominato “Lo snodo decisivo” organizzato dagli stati maggiori governativi per parlare di Europa e di Accordo di associazione. Tutto è stato preparato nel dettaglio, la promozione dell’evento è stata capillare, impeccabile e meritava senz’altro più partecipazione. Oltre alle truppe cammellate della maggioranza però, c’erano presenti i rappresentanti dei Sindacati, delle Organizzazioni di Categoria, ma c’era poco popolo e soprattutto nessuna voce fuori dal coro.

I Segretari di Stato hanno, uno dietro l’altro, fatto la loro passerella, gli ospiti hanno parlato in quell’ambiente paludato senza disturbare troppo, però… c’era poco popolo.
Chissà come mai, visto che l’incontro è avvenuto all’insegna del sia pur troppo tardivo rapporto con la cittadinanza? Che i cittadini siano stanchi delle solite chiacchiere prive di contenuti realistici? Che siano un po’ incazzati perché gli è stato detto che tanto non capiscono e quindi è inutile spiegare le cose? Forse perché gli enunciano sempre e solo gli aspetti teoricamente positivi e non parlano mai degli effetti teoricamente negativi? Forse perché non digeriscono il fatto che il potere neghi loro il diritto di votare e scegliere il proprio destino rispetto all’Accordo Ue? Forse perché sentono che la maggioranza con i suoi capi in testa sono allergici alla democrazia che, come ci hanno insegnato quelli che ne sanno, significa partecipazione?
In effetti, se fossero veri tutti i luoghi comuni usati per magnificare l’Accordo di Associazione all’Ue, non si capisce perché il Governo si ostini a negare il referendum. Se tutto ciò che dicono fosse verità, il referendum, dovrebbe essere un’apoteosi per l’Esecutivo, un trionfo, ma, guarda caso, non vuole che i cittadini si esprimano. E’ un bel mistero!
Comunque, tornando allo spettacolo dell’altra sera, abbiamo appreso, dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, l’ennesima nuova data per la firma fino all’affettività dell’Accordo, che sarà la primavera prossima, anche se Sefcovic, Commissario Europeo, nel suo discorso tenuto in occasione dell’ingresso dei nuovi Capitani Reggenti, si è detto più prudente annunciando che il tutto sarà chiuso “il prima possibile, nel 2026.”
Poi si è parlato degli gli ultimi elementi di novità, dopo l’incontro con il Presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, “da quel che ci è stato detto – ha riferito Beccari – ci sarà una convergenza verso un accordo di natura mista.” Ovvio, visto che la Francia attraverso una nota inviata al Primo Ministro andorrano e allo stesso Beccari, ha ribadito la natura mista dell’Accordo. La qual cosa, a quanto pare, non turba nessuno qui a San Marino. Era tutto previsto, secondo coloro i quali fino a ieri ci hanno detto tutto il contrario. Solo che essendo, l’Accordo, misto, significa che tutti e 27 i governi dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea dovranno ratificare l’Accordo medesimo, sottraendo la competenza esclusiva alla Commissione Europea, (cosa che sarebbe tanto piaciuta a Beccari & company), e alla fine, anche se un solo paese fosse contrario, l’Accordo salterebbe.
Nonostante questo fatto, che consiglierebbe calma e riflessione, poichè il Paese, dopo anni di negoziato, deve ancora rimanere in “sospeso” in attesa di una definizione che dipende dalla controparte, per la maggioranza è tempo di prepararci e allinearci a ciò che l’Accordo in realtà prevede. In Consiglio Grande e Generale è stato detto da un Consigliere che dovremo recepire migliaia di norme e raccomandazioni europee e nessuno dei presenti lo ha smentito. Ma ci rendiamo conto dell’impatto che tutto ciò comporterà a livello burocratico, giudiziario, finanziario ed economico? E non bastano le tesi edulcorate esposte dagli altri membri dell’Esecutivo relegati a comparse nella rappresentazione di venerdì scorso al Kursaal.
La sensazione che se ne ricava è che per interessi politici e strategici, personali, e di sopravvivenza politica per coloro i quali, abituati ad eseguire ordini, si sono trovati a decidere maldestramente le sorti del Paese, si voglia piegare il popolo alle loro esigenze piuttosto che alle necessità del Paese. Abbiamo già rinunciato alla nostra neutralità; abbiamo aderito alle sanzioni nei confronti della Russia; ostentiamo la generosità umanitaria di San Marino che, nei limiti del possibile, fino ad oggi, ha applicato il concetto di neutralità attiva da sempre e, senza prendere posizione tra contendenti ha sempre aiutato coloro i quali avevano bisogno di assistenza, nei limiti di quello che poteva offrire una piccola realtà come la nostra e senza nessuna auto celebrazione. Il tutto per compiacere l’Europa, un’entità che, così come è condotta, risulta irrilevante nel panorama geopolitico attuale e che, forse, neppure ci ha chiesto nulla, cosi che avremmo fatto tutto da soli.
Nel corso della passerella svolta al Kursaal, in un’atmosfera piena di ottimismo dove mancava solo il mago Silvan, ne sono state dette parecchie: “Avremo il riconoscimento dei diritti acquisiti”, senza però dire quali sarebbero questi diritti; “L’Accordo è a garanzia di maggiore sicurezza occupazionale”, ma si dimenticano di specificare se per i sammarinesi o per coloro che entreranno a San Marino grazie all’Accordo; “Abbiamo una sola opzione….saremo padroni delle nostre scelte”, ma se abbiamo una sola opzione non saremo padroni proprio di nulla; Sulle residenze, dobbiamo stare tranquilli, infatti è introdotto il sistema quote “con un tetto di 100 ingressi all’anno, più basso dell’attuale”, sì, però i 100 andranno ad aggiungersi a quelli attuali; “Siamo di fronte ad un passaggio che offrirà – generiche e non meglio identificate – nuove prospettive.
Insomma, nessuno che abbia spiegato come faremo noi 34.000 abitanti dei 61 Kmq della Terra del Titano a orientare il famigerato mercato di 450 Milioni di persone a nostro vantaggio. Visto che le regole saranno uguali per tutti mi parrebbe più facile che il mercato comunitario possa permeare il nostro sistema, piuttosto che San Marino possa penetrare il sistema comunitario dominato da lobby, banche e multinazionali. In queste condizioni hai voglia a ricercare le nicchie, come qualche Segretario di Stato ha auspicato…
Attualmente abbiamo già in essere accordi bilaterali con molti paesi, anche con l’U.E., vedi l’accordo doganale e l’accordo monetario ed altri si potevano e si potrebbero fare per eventuali aspetti problematici che riguardino San Marino e senza camicie di forza complessive che di certo renderanno più complicato esercitare la nostra sovranità di Stato e trovare eventuali nicchie di mercato.
E’ chiaro, inoltre, che l’aver sottovalutato il rapporto con l’Italia è stato un grave errore, in quanto rimane, volenti o nolenti, il nostro interlocutore privilegiato, che qualcuno evidentemente pensava di saltare a piedi pari interloquendo direttamente con l’Europa. Illusi! Infatti, ora siamo alle prese con la richiesta di chiarimento rispetto alla vigilanza finanziaria e a questo punto i margini di manovra si sono ristretti enormemente. Insomma, o mangi questa minestra o salti dalla finestra!
D’altronde, ce lo spiega l’editoriale de “Il San Marino”, organo del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, quando, il 1° novembre 2025, occupandosi del rapporto con l’Europa definisce l’Accordo di associazione “una scelta responsabile per il futuro della nostra Repubblica “, e poi aggiunge: Il dibattito costi/benefici appare ormai superato: non esistono alternative concrete all’integrazione”, senza rendersi conto che se siamo giunti a questo punto si dichiara il fallimento dei nostri negoziatori e della nostra diplomazia che non sono stati in grado di difendere neppure la dignità della nostra Repubblica. La cosa è gravissima!
Tutto ciò è sconfortante e la maggioranza dei cittadini sammarinesi lo ha capito, tanto è vero che allo show dell’altra sera al Kursaal c’era molto apparato, molto vertice, molti Segretari di Stato, molti Consiglieri, ma poco popolo…
Augusto Casali












