E’ dei giorni scorsi la notizia della avvenuta costituzione della Camera penale della Repubblica di San Marino, con 22 avvocati fondatori. Eletto presidente l’avvocato Maurizio Simoncini, col quale ci siamo soffermati per una chiacchierata.
Avvocato, che cosa significa avere oggi una Camera penale?
“Si tratta di una conquista fondamentale e quanto mai necessaria in un momento qual è quello che stiamo affrontando. In questo modo San Marino si mette in sintonia con gli enti analoghi italiani ed europei. A questo proposito giova ricordare come il Titano figuri fra i fondatori dell’Unione Internazionale degli avvocati penalisti europei. Voluta dall’Unione delle Camere Penali Italiane, la neonata associazione ha raccolto l’adesione degli avvocati spagnoli, portoghesi, francesi, turchi oltre che della nostra. Preciso come la Camera penale sammarinese non rappresenti l’ennesima associazione corporativa, ma ha una funzione fondamentale per quanto concerne la garanzia dei diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini implicati in vicende di giustizia, non solo relativamente al processo, ma anche all’espiazione della pena”.
Perché sentivate la necessità di una Camera penale a San Marino? “La Camera penale sammarinese va evidentemente a braccetto con i tempi che stiamo percorrendo: d’altra parte persistono una serie di problematiche ancora irrisolte, a cominciare dalle carceri, per dirne una. Quando sui social network si fa a gara per suggerire un posto dove aprire nuove carceri, va da sé che siamo nel nostro piccolo di fronte a un problema. Che dire poi di un processo penale il cui rito risale al 1878? Un rito che non offre garanzie se non residuali alle persone coinvolte. L’ultima leggina sul cosiddetto giusto processo, che risale al 2008, ha provato con alcuni articoli a col- mare le lacune maggiormente vistose, ma senza riuscirvi. A noi piacerebbe molto l’idea di un processo penale in cui accusa e difesa si fronteggiano in maniera paritaria, e in mezzo c’è un giudice terzo. La riforma della giustizia rappresenta per noi la madre di tutte le battaglie e come Camera penale la condurremo con fortissima determinazione”.
Che cosa farete in concreto?
“In concreto metteremo a punto un progetto di riforma del codice di procedura penale attraverso l’individuazione di un gruppo di lavoro. Il progetto che verrà licenziato dovrà avere l’avallo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, che a loro volta dovranno fornire il proprio contributo. E nessuna forza politica dovrà e potrà avere alibi. Si tratta di una battaglia di civiltà giuridica e sociale che riguarda tutti quanti. Ci impegneremo con determinazione per partire e fare in modo che i tempi non si dilatino”
Chi farà parte del comitato?
“Intanto chiameremo alla nomina della presidenza del comitato tecnico-scientifico della Camera penale il prof. Piero Gualtieri, già giudice di secondo grado a San Marino e, insieme a lui, ci sarà Gustavo Pansini, professore emerito. Loro ci accompagneranno con autorevolezza nell’attività di supporto che la Camera penale porterà avanti, segnatamente con riguardo alla riforma del processo penale a San Marino. Sono lieto di preannunciare che entrambi hanno già accettato la nomina a fare parte del comitato tecnico-scientifico”.
Quali i prossimi impegni e passi della Camera penale del Titano? “Porterò il saluto della nostra Camera penale al Congresso dell’Unione delle Camere penali italiane che si terrà a Venezia dal 19 al 21 settembre. Si tratta della prima uscita ufficiale della Camera penale di San Marino. Prenderemo inoltre contatti sempre più fitti e assidui con le Camere penali più vicine. Per gli avvocati del Titano si tratta di una sorta di anno zero. Durante questo cammino si introdurranno momenti formativi di specializzazione nella professione forense, cosa che solo in parte accade oggi. La Camera penale offrirà ai propri iscritti supporto tecnico e scientifico con l’obiettivo di conseguire una formazione di alto livello, ma per il miglior risultato si avvarrà della collaborazione con le Camere penali italiane (e non). Naturalmente non ignoriamo che, per risultati consolidati, occorrerà del tempo. Ma, con il sacrificio di tutti, arriveremo a questo risultato”.
Quali gli interventi più urgenti sui quali premere? “Ribadisco: diverse sono le lacune, la più vistosa è la sperequazione tra accusa e difesa. E la difesa è quella che tutela l’imputato. Il processo a San Marino non prevede, nella fase inquirente, un giudice terzo, sull’esempio del Gip in Italia, che giudichi in posizione equidistante quelle che fino a un certo punto sono le ricostruzioni dell’accusa”.
Rischiamo dunque sanzioni da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo?
“San Marino è membro della Cedu. Effettivamente allo stato, pur senza entrare in fattispecie concrete attualmente discusse, non vi sono gli strumenti codicistici, o comunque legislativi, adeguati per essere perfettamente in linea con tutti i princìpi della Cedu. Quindi anche questo dovrà rappresentare un fondamentale passo che San Marino come Paese deve compiere, per adeguare il proprio standard normativo agli organismi internazionali di riferimento”.
Si è soffermato anche sulle carceri… rappresentano un problema? “Come accennavo attualmente non sembra impellente, ma che potrebbe diventarlo per un fatto semplice di ricettività, non certo per altri spunti coreografici dai quali prendiamo totalmente le distanze”.
Pensa che parlare oggi di riforma della giustizia con magistrati fortemente impegnati in un’opera di pulizia sia scorretto?
“Ha fatto bene a chiederlo. Per quanto riguarda la Camera penale, opererà non necessariamente in pregiudiziale contrapposizione con l’organo giudiziario, ma possibilmente in sinergia con esso, proprio a cominciare dal codice di procedura penale che rappresenta anche per le stesse toghe un traguardo. Assolutamente l’intenzione non è quella di fare guerre a qualcuno, ma operare a favore del Paese e dei diritti costituzionalmente garantiti, che rappresenta poi lo stesso obiettivo del Tribunale”.
David Oddone