
L’uomo fermato oggi in Russia perché sospettato di essere coinvolto in un attentato allo scrittore Zakhar Prilepin “ha confessato” di avere provocato l’esplosione con una bomba azionata a distanza “su istruzione dei servizi segreti ucraini”. Lo afferma il Comitato investigativo russo citato dalla Tass.
Il giornalista e scrittore nazionalista russo Zakhar Prilepin è rimasto ferito dopo che la sua auto è esplosa a Nizhny Novgorod. Lo hanno riferito i servizi d’emergenza citati dalla Tass. Prilepin, veterano della guerra in Cecenia, dove faceva parte delle unità speciali antiterrorismo della polizia russa, si trovava nel villaggio di Pionerskoye per una vacanza in famiglia.
Lo scrittore, uno dei più noti blogger e corrispondenti di guerra del suo Paese, è rimasto ferito alle gambe e le sue condizioni sono gravi, mentre il suo autista è morto. Non ci sono altri feriti. “Un’aeroambulanza è stata inviata a Nižnij Novgorod per trasportare Prilepin. Dovrebbe essere trasportato in un ospedale di Mosca per le cure”, hanno spiegato i servizi di emergenza. Secondo una prima ricostruzione, la guardia del colpo dello scrittore ha visto alcuni uomini avvicinarsi all’automobile e li ha cacciati. “Si suppone che stessero spiando Prilepin e che abbiano piazzato l’ordigno sotto la sua macchina. La ricerca è in corso”, hanno affermato le autorità.
Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha accusato gli stessi russi di essere dietro all’attentato contro Zakhar Prilepin. “Moloch (divinità alla quale si offrivano sacrifici umani) è sempre prevedibile. Non smette mai di masticare. Prima divora i suoi nemici, poi divora persone a caso e infine divora i suoi. Per prolungare l’agonia del “clan di Putin” e per mantenere l’illusorio “controllo totale”, la macchina repressiva russa accelera i ritmi e rastrella tutti, compresi (per un dessert particolarmente squisito) gli attivisti Z e V. Alla vigilia del crollo, Mosca sarà estremamente cupa”, ha scritto su Twitter.
Secondo Mosca gli Usa e la Gran Bretagna hanno una “responsabilità diretta” nell’attentato. Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.
Noto scrittore tradotto in diverse lingue, attivista nazionalista, combattente nelle guerre in Cecenia e poi nel Donbass ucraino: questo è Zakhar Prilepin, rimasto ferito oggi nell’esplosione della sua auto a Nizhny Novgorod, circa 400 chilometri a est di Mosca. Prilepin, 47 anni, è stato in passato membro del Partito nazionale bolscevico, poi messo fuori legge. Successivamente è entrato nel partito Russia Giusta, sostenendo posizioni nazionaliste. Fin dal 2014 è impegnato nel sostegno ai separatisti del Donbass ucraino. Non solo con gli scritti e le frequenti apparizioni televisive, ma anche concretamente. Fino al 2018, infatti, ha comandato un battaglione che combatteva tra le forze dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Negli anni Novanta, invece, aveva partecipato alle guerre in Cecenia nelle unità speciali russe antiterrorismo. L’attentato contro Prilepin segue quelli in cui sono rimasti uccisi altri due noti personaggi sostenitori sui media dell’intervento in Ucraina: nell’agosto dell’anno scorso Darya Dugina, figlia del filosofo nazionalista Alexander Dugin, e lo scorso mese Vladlen Tatarsky (al secolo Maxim Fomin).
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