Attesa la Fed, verso un nuovo rialzo dei tassi, domani la Bce

   Le Borse europee chiudono deboli in attesa della Fed questa sera, e di Bank of England e Bce, domani. Francoforte cede lo 0,24% con il Dax a 14.463 punti. Anche Parigi registra un -0,24% con il Cac 40 a 6.730 punti e Londra un -0,09% con il Ftse 100 a 7.495 punti. Lo spread tra Btp e Bund chiude in rialzo. Il differenziale sfiora i 192 punti (191,8) con il rendimento del decennale italiano che sale al 3,85% (+7 punti) dopo aver toccato il 3,906%.

    La cura shock della banca centrale americana, con sei rialzi del costo del denaro dall’inizio dell’anno di cui quattro consecutivi dello 0,75%, sembra iniziare a fare effetto sui prezzi. Anche se l’obiettivo del 2% è ancora lontano ora, andando avanti, la Fed dovrebbe allentare la presa. Gli analisti danno per scontato un rialzo dello 0,50% dalla riunione in corso, seguito da ulteriori ritocchi da 25 punti base a febbraio e marzo, quando il livello dei tassi dovrebbe avvicinarsi al 5%.

    La frenata dell’inflazione dovrebbe infatti consentire maggior margine di manovra alla Fed per valutare gli effetti della sua politica sull’economia. Certo è che le prossime mosse non saranno facili e la banca centrale americana rischia di spaccarsi su come procedere, e su che entità di rialzi effettuare. Le colombe guidate dalla vicepresidente Lael Brainard preferiranno probabilmente procedere con cautela evitando così una recessione. I falchi invece potrebbero tirare Jerome Powell per la giacchetta e premere per aumenti del costo del denaro maggiori.

     L’attesa è alta anche per la Bce, che annuncerà giovedì le sue decisioni di politica monetaria. Il rallentamento in linea con le stime dell’inflazione tedesca all’11,3% è una buona notizia per Christine Lagarde, anche se accompagnato da un calo maggiore delle attese dell’indice Zew. L’Eurotower, così come la Fed, dovrebbe optare per un aumento più cauto da mezzo punto percentuale dopo i due maxi-rialzi da tre quarti di punto sia a settembre che a ottobre, assicurando però allo stesso tempo di non voler mollare nella battaglia all’inflazione. “E’ fondamentale” riportarla al 2%, ha ribadito Lagarde nei giorni scorsi impegnando la Bce a decidere sulla base dei dati disponibili. “Quanto dobbiamo andare oltre e quanto velocemente dobbiamo arrivarci dipenderà dalle nostre prospettive aggiornate, dalla persistenza degli shock, dalla reazione delle aspettative salariali e di inflazione e dalla nostra valutazione della trasmissione del nostro orientamento politico”, ha aggiunto intervenendo alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo.

    I mercati attendono la ‘uno-due’ di Fed e Bce in attesa di capire le valutazioni sullo stato dell’economia fra le molte incertezze che regnano, in primis la guerra in Ucraina e i suoi effetti sull’energia. 
   


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