Riceviamo e volentieri pubblichiamo il nuovo appello diffuso dai promotori internazionali della campagna #WithdrawOviedo, impegnata da anni nel contrastare l’adozione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo in materia di interventi coercitivi in ambito di salute mentale.
L’appello contiene finalmente anche una notizia positiva, che riteniamo importante condividere.
Il 4 dicembre, la Commissione per gli affari sociali, la salute e lo sviluppo sostenibile dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato all’unanimità un parere negativo sul progetto di Protocollo aggiuntivo. Un pronunciamento chiaro, in linea con la richiesta di rispettare i diritti, la volontà e le preferenze delle persone con disabilità e di allineare gli standard del Consiglio d’Europa alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD).
Si tratta di un passo avanti significativo, frutto di un’azione collettiva internazionale ampia e determinata, che conferma come le criticità del Protocollo non siano né marginali né ideologiche, ma sostanziali e profondamente fondate.
Allo stesso tempo, questo parere negativo non chiude la partita. Resta il rischio che, nonostante le evidenze e le prese di posizione autorevoli, si continui a tentare di legittimare strumenti che prevedono trattamenti e ricoveri forzati, rafforzando un modello coercitivo che produce esclusione, violenza istituzionale e sfiducia nei servizi.
Negli anni, a San Marino questa battaglia è stata portata avanti da Attiva-Mente in modo sostanzialmente solitario. Di questo non possiamo che rammaricarci, ma ciò non ci ha mai posto né ci pone oggi alcun problema.
Le nostre prese di posizione hanno talvolta innervosito qualcuno, al punto da generare reazioni difensive e tentativi di giustificare presunti orientamenti “a favore” del Protocollo, rivelatisi contraddittori o poco coerenti con i principi dei diritti umani e con la stessa CRPD. In alcuni casi, siamo stati persino invitati a evitare di parlare di questa questione o chiamati a smentire cose che non abbiamo mai scritto.
Distinguendosi nettamente dal modo in cui questo tema continua a non essere trattato pubblicamente sul piano del merito e dei contenuti reali, il parere negativo della suddetta Commissione traccia una linea direttrice chiara: la coercizione non può essere normalizzata e il Protocollo aggiuntivo non rappresenta una risposta accettabile ai bisogni di supporto in ambito di salute mentale.
Il percorso istituzionale non è ancora concluso e la vigilanza resta necessaria. Continueremo a informare e a sostenere la richiesta di ritiro definitivo del Protocollo, perché i diritti delle persone con disabilità non sono negoziabili né sacrificabili.
Anche quando si è in pochi.
Anche quando si dà fastidio.
Soprattutto quando è necessario.
Nulla su di noi senza di noi.
Attiva-Mente (comunicato stampa)













