Attivo CSU: “Sono necessari l’impegno e la partecipazione di tutti i cittadini onesti per salvare il paese”

Anziché l’economia del malaffare che ha portato il paese sull’orlo del baratro, è l’economia sana che si sta sgretolando e se ne sta andando. Le prossime iniziative CSU: serata pubblica di mercoledì 14 luglio sul tema “San Marino a un passo dal baratro: che fare?” e una nuova manifestazione sul Pianello entro la fine del mese

12 luglio 2010 – Aprire immediatamente una unità di crisi con Governo, sindacato e categorie economiche per fermare il tracollo dell’economia sammarinese e l’esodo delle aziende fuori confine; assumere subito lo scambio automatico di informazioni per riaprire un dialogo l’Italia e creare le condizioni per uscire dalla black list italiana e sottoscrivere l’accordo contro le doppie imposizioni; impedire che la manovra correttiva di bilancio si traduca in tagli allo stato sociale; chiudere i contratti di lavoro; approfondire la possibilità di entrare nella UE e quindi fare la domanda di adesione. Sono le priorità poste dall’Attivo generale dei quadri CSU riunitosi oggi al teatro Concordia di Borgo, che ha dato vita ad un dibattito vivace e appassionato.

Anziché l’economia del malaffare che ha portato il paese sull’orlo del baratro, è l’economia sana che si sta sgretolando e se ne sta andando, ha messo in luce l’Attivo, ribadendo la preoccupazione per le tante aziende che chiudono, lasciando senza lavoro centinaia di lavoratori, e per quelle che hanno deciso di traslocare in Italia per limitare gli effetti del decreto incentivi, che dal primo luglio si è abbattuto come una scure sull’economia del Titano. Fatto questo che crea un frontalierato alla rovescia, che peggiora fortemente le condizioni contrattuali dei lavoratori sammarinesi e residenti che dovessero seguire le aziende che migrano oltreconfine. Sul piano economico, ad esempio, oltre a vedersi decurtata la retribuzione, non potrebbero scaricare nulla dalle imposte, neanche il mutuo per la casa…

Le autorità firmano accordi per l’uscita delle aziende da San Marino senza battere ciglia, dimostrando ancora una volta che l’Esecutivo e in generale la classe politica non hanno la reale percezione della gravità della crisi e non sono in grado di farvi fronte. I nuovi pilastri su cui deve basarsi il futuro di San Marino, partendo dalla legalità e dalla trasparenza, devono essere la valorizzazione delle risorse umane, la tecnologia, la conoscenza e l’ambiente. San Marino deve adottare immediatamente lo scambio automatico di informazioni quale dimostrazione inequivocabile della sua volontà di realizzare un sistema virtuoso: in caso contrario, si dimostrerebbe più che fondata l’ipotesi che la classe politica voglia coprire i faccendieri che sono alla base del dissesto economico-occupazionale di San Marino…

Circa il deficit dei conti pubblici e l’annunciata manovra economica straordinaria, l’Attivo ha affermato con forza che la politica del rigore non si deve tradurre in tagli indiscriminati allo stato sociale e al sistema dei servizi ai cittadini, ma deve concentrarsi sulla eliminazioni degli sprechi, delle spese inutili e dei privilegi, salvaguardando in ogni caso la funzione sociale della PA, trovando risorse attraverso l’allargamento della base imponibile facendo contribuire le categorie ad alto reddito e introducendo misure fiscali verso i grandi patrimoni. È necessaria una riforma tributaria che porti all’individuazione delle ricchezze eluse al fisco. Ad esempio, vi sono cittadini facoltosi che possiedono beni di lusso come auto fuoriserie o costose imbarcazioni, ma a cui non risulta nulla intestato, e quindi non pagano niente al fisco. È ora di mettere fine a distorsioni come queste!

L’Attivo ha ribadito nuovamente che una delle priorità per i lavoratori rimane il rinnovo dei contratti, partendo dalla reale situazione economica in cui si trova il Paese e comunque senza scendere al di sotto dell’indice inflazionistico. Vanno quindi evitate contrapposizioni tra lavoratori residenti e frontalieri, e tra settore pubblico e privato. I lavoratori non sono coloro che hanno responsabilità della crisi sammarinese, e quindi non devono pagarne le conseguenze. Quindi, l’Attivo ha rivolto un forte appello alla coesione di tutti i lavoratori, invitando tutti i cittadini onesti e non disposti ad assistere passivamente allo sgretolamento del sistema sammarinese, a partecipare attivamente alle iniziative di mobilitazione messe in campo dalla CSU per salvare il paese, a partire dalla serata pubblica di mercoledì 14 luglio nella sala del Castello di Domagnano sul tema “San Marino a un passo dal baratro: che fare?”, e dalla manifestazione in Piazza della Libertà  in programma entro la fine del mese.

CSU