Ieri in Commissione Affari Costituzionali.
Confronto sulla situazione e sulle prospettive del sistema universitario sammarinese:
a) Audizione del Magnifico Rettore di Unirsm, Corrado Petrocelli
b) Riferimento del Segretario di Stato per l’Istruzione sugli interventi più urgenti da
apportare, anche a riguardo del perfezionamento dell’iter di adesione di San Marino
allo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Andrea Belluzzi, segretario di Stato per l’Istruzione: è una riflessione sul nostro sistema universitario e sul processo di Bologna in particolare. Il temine di un percorso faticoso e le potenzialità del processo meritano il dovuti approfondimento. L’Università ha bisogni, obiettivi e problemi, condividere il terreno di gioco ci farà comprendere meglio dove l’università ha bisogno di andare e cosa significa fare parte del Processo di Bologna.
Corrado Petrocelli, rettore: in otto anni molto è stato fatto e molto c’è da fare. I primi anni abbiamo lavorato per irrobustirci e per un ateneo di livello internazionale. Con l’iscrizione alle principali realtà europee e non solo, all’area di alta formazione del Processo di Bologna. Abbiamo superato tutti gli esami e facciamo parte delle associazioni internazionali e siamo dentro il Processo di Bologna. Manca ancora qualcosa, tra cui l’autonomia. C’è attenzione soprattutto sulle modalità di nomina del rettore e a San Marino c’è una tradizione che intendiamo accogliere. Anche su scelta del cda c’è una tradizione e stiamo cercando di equilibrare, contemperare le esigenze della Repubblica con quelle della normativa internazionale sulle università, ma sull’autonomia effettiva non si può mediare. Si deve aprire per due ragioni: avvicinare San Marino all’integrazione europea e alla libera circolazione di studenti e docenti. Serve però un corpo docenti stabile. E stiamo provvedendo. Molti di loro sono già sammarinesi ed è un successo notevole, si sono formati nella nostra università.
Abbiamo svolto un’opera di risanamento e di incremento rispetto al passato. Da 240 studenti a 1.100, tutti i corsi di laurea hanno la magistrale, compresa Ingegneria gestionale che va molto bene con 60 iscritti. Dopo il covid sono tornati a oltre 100 gli iscritti a Design con scambi di studenti con Bologna e Parma. Abbiamo un accordo paritario con la Sapienza. Abbiamo fatto due piani strategici triennali e siamo andati al di là di quanto progettato. Ora il terzo con una situazione di bilancio florida, incrementiamo i servizi agli studenti, con l’accesso a tutte le mense.
Andrea Belluzzi, segretario di Stato per l’Istruzione: condivido l’aspirazione a crescere ancora per l’Università. Il passaggio negli organismi internazionali apre delle potenzialità. La prospettiva è di non rimanere in queste dimensioni qualitative e quantitative ma proseguire il processo di crescita.
Giuseppe Maria Morganti, Libera: l’Università è un progetto molto condiviso. E risultati si vedono. La situazione è positiva. Dalla relazione del rettore emergono alcune criticità da risolvere con la riforma. In particolare la stabilità del corpo docente. Si devono trovare elementi di autonomia dirimenti. La nostra amministrazione non è abituata a elementi che di espandono. Se ci fosse la disponibilità per prendere visione del progetto di riforma e discuterne in tempi rapidi potremmo dare risposte alle criticità. Il percorso del Progetto di Bologna punta all’autonomia ed è molto importante, con la possibilità di vedere riconosciuti tout court i nostri titoli. Intendo autonomia dalle Istituzioni. Da noi c’è piena disponibilità a sostenere il progetto e ben venga lo sviluppo in zona Unesco. L’obiettivo dei 1.000 studenti è superato e ora si può puntare a 2.000. Siamo di fronte alla scadenza di incarichi in Università. E di solito squadra che vince non si cambia.
Pasquale Valentini, Pdcs, presidente: è importante che la Repubblica cresca nella consapevolezza che l’Università è qualificante. Forse non ci rendiamo conto della nostra particolarità: l’autonomia del sistema italiano è diversa, noi abbiamo una sola Università, per cui dobbiamo porci il tema dell’autonomia in rapporto a quali Istituzioni. L’Europa ci chiederà altre autonomie. Non abbiamo strutture nelle segreterie di Stato che rimangono al cambio di governo. C’è poi il tema della stabilità dei docenti. Stabilizzarli qui ma senza che possano lavorare altrove sarebbe un problema. I passaggi non sono semplici ma, anche nella logica di integrazione europea, devono essere reali, non di facciata.
Corrado Petrocelli, rettore: con il network delle Università dei Piccoli Stati ci siamo confrontati con situazioni analoghe. L’autonomia è prendere atto di una diversità, non si può essere considerati come tutto il comparto del Pubblico impiego. Per esempio nelle assunzioni di figure tecniche. Dobbiamo avere una classe docente tale che sia riconosciuta e possa circolare. Abbiamo perso sette docenti formati qua e non ne vorrei perdere altri, bensì attrarne di nuovi. Si tratta di codificare quanto abbiamo fatti, dalle lauree alla ricerca.
Mirko Dolcini, Motus Liberi: le cose stanno migliorando. Si è arrivato all’obiettivo di diventare un’Università di studenti e non di studiosi. E si può crescere ancora.
Paola Barbara Gozi, Pdcs: è difficile reclutare personale, essere autonomi e portar avanti gli obiettivi. Non è per lusingare l’operato del rettore e di tutta l’equipe. Ci sono stati grandi risultati, siamo riconosciuti ed entreremo nel Processo di Bologna. Manca ancora qualcosa: agli studenti è già stato dato tanto ma dobbiamo dare di più. Mancano servizi. Per la Capitale cittadella universitaria servono trasporti, servizi, palestre aperte la sera. L’Università è il nostro fiore all’occhiello, dà lustro alla Repubblica, ma dobbiamo darle più risorse. E cerchiamo di tutelare di più il monastero di Santa Chiara.
Marica Montemaggi, Libera: attendiamo l’incontro con la delegazione del Processo di Bologna. Siamo in una ottica di circolazione degli studenti e i titoli di studio devono comunicare con l’estero, fuori e dentro l’Europa. Il percorso non è più rinviabile. L’Università da sola si è dotata di statuti e codice etico, ha guardato sempre più in là e seguito principi di equità, trasparenza ed efficienza. Per l’accordo di associazione con l’Europa non si può prescindere dalla circolazione di professionalità, anche perché non potremo avere tutti docenti sammarinesi. Serve un passo di consapevolezza e responsabilità. Per gli studenti servono poi servizi, dallo studentato alla collaborazione fra segreterie di Stato. Vogliamo perseguire la strada dell’internazionalizzazione ma ci sono tanti mattoncini da mettere in fila.
Andrea Belluzzi, segretario di Stato per l’Istruzione: per metà budget il finanziamento dell’Università è pubblico, per metà privato, dalle rette e da partner esterni che finanziano progetti di ricerca. L’Università da due anni finanzia 15 progetti di ricerca, ha un primo spin off in costruzione e sta trovando finanziamenti privati per la ricerca, di cui uno eclatante con la Ferrari. L’Università è anche nella Biennale di Architettura e di Arte. Si basa su delle eccellenze che le danno credito, abbiamo docenti di grande qualità. Alcuni non li abbiamo più e con l’intervento normativo potremmo richiamarne e averne altri.
Serve un intervento normativo. Dovete nominare delegazione per incontrare il Processo di Bologna il 14 febbraio. Lo statuto necessita di essere aggiornato, con una delega non per stravolgere ma per precisare e dare le risposte che servono. Sono disposto a condividere il decreto delegato prima della seconda lettura della legge quadro. Ci sono da percepire alcune cose e dare un contributo migliorativo. Il riconoscimento dell’Università e i servizi per gli studenti sono connessi: l’Ateneo rappresenta il sistema Paese. (…) Dire