La tempesta che ha colpito il PSS ha fatto morti e feriti. E le dimissioni di Augusto Casali dalla presidenza del partito, sono uno strappo difficilmente ricucibile. Se non si verificano certe condizioni… Si attende il congresso, programmato per i primi di marzo. Intorno a quella data fervono lavori, riunioni, ragionamenti…
Allora, Casali, queste dimissioni?
“Io avrei voluto fare il nonno, ma di fronte a certe situazioni non posso stare zitto. Se non altro per coerenza con tutto il mio percorso politico”.
Cosa è successo dopo le dimissioni di Celli? Qual è stata la causa scatenante che l’ha portata a questo passo?
“No, non è successo niente. Mi sono preso un tempo di riflessione nel periodo natalizio per fare delle valutazioni. Di fronte a quello che si è visto in quei video, è difficile accettare le giustificazioni che sono venute fuori: è una ragazzata, è uno scherzo, è una goliardata. Quello che ho visto in quei video, a me ha fatto molto male, anche perché erano protagonisti dei giovani sui quali erano state riposte delle speranze”.
In effetti lei non ha risparmiato nessuno nella sua manifestazione critica: né i vecchi, né i giovani. Quindi?
“Diciamo che mi sono trovato più o meno in una situazione analoga nel 2003, quando è emerso un problema all’interno del partito socialista. Anche in quella circostanza c’erano questioni riguardanti il connubio politica-affari e io ho tenuto una posizione molto dura. Sono uscito dal partito socialista e ho combattuto la mia battaglia. Purtroppo, sono stato lasciato solo. Però, poi, i fatti mi hanno dato abbastanza ragione. Basti vedere come sono andate le cose in questi ultimi mesi. Sarebbe stato preferibile che qualcuno avesse seguito un ragionamento fatto con la propria testa, piuttosto che il gruppone…”.
Però le critiche gliele stanno facendo anche a lei. La prima: ha fatto il partito socialista e poi se ne va. La seconda: possibile che non si fosse mai accorto come raccoglieva i voti il suo partito? Non era lì dentro? Casali, cosa risponde?
“Intanto, voglio specificare che ho dato le dimissioni da presidente, e non dall’appartenenza al PSS. Non me la sento di fare il presidente di un partito che, allo stato attuale delle cose, non è quello che speravo diventasse quando mi sono battuto con tutte le mie forze per farlo rinascere. Riguardo all’altra questione, sapevo benissimo come funzionano le cordate. Nel 2003 ho presentato un referendum per la preferenza unica, proprio per abbattere il sistema delle cordate. Purtroppo, tutte le forze politiche si sono dichiarate contrarie. Ottenemmo un ottimo successo, ma non sufficiente all’approvazione. Quindi siamo rimasti con tre preferenze e il sistema delle cordate sempre intatto. Il che si è riflesso su tutto, anche sulla questione morale. Io conoscevo il sistema e l’ho combattuto. Quelli che adesso fanno finta di non sapere, dov’erano? Ho letto sui giornali che qualcuno di Sinistra Unita mi fa queste critiche. Sinistra Unita si dichiarò contraria al referendum sulla preferenza unica. Come mai? Probabilmente era d’accordo con il sistema delle cordate”.
E adesso cosa farà?
“Abbiamo un congresso che è alle porte e io penso che dovremo discutere i documenti congressuali. Spero che in questi documenti venga inserita una serie di paletti che possano rendere accettabile l’attività del partito, e soprattutto condizioni per cui non si ripetano i fatti che abbiamo visto. Se questo avviene, io credo che ci sia una buona prospettiva di rimettere il partito in carreggiata. Altrimenti temo che le prospettive siano abbastanza negative”.
Questo vuol dire che non entrerà nella corrente di Erik Casali?
“Sono sempre stato fuori perché essendo presidente del partito, non mi volevo schierare né con gli uni, né con gli altri. Vedremo cosa proporrà la corrente e se ci sarà una similitudine, una mano la darò sicuramente. Io dirò come la penso, e poi vedremo come andranno a finire le cose”.
Quanto è accaduto nel PSS non ha paragoni negli altri partiti. Vuol dire che sono immuni da questa colpa del voto di scambio?
“Per gli altri partiti non sono venuti fuori i video… Anche se qualche sospetto che siano successe cose analoghe, ce l’ho”.
Cosa pensa della situazione politica generale?
“Credo che ci troviamo di fronte al peggiore governo degli ultimi 30 anni. La situazione è drammatica, mi pare che non ci siano idee, non c’è iniziativa, siamo tutti fermi qui ad aspettare non si capisce bene cosa. Il governo non fa il governo e l’opposizione non fa l’opposizione. E’ una condizione molto pericolosa per il Paese e per la democrazia. Soprattutto c’è una staticità che è l’unica cosa che non si dovrebbe fare. Tutte le forze politiche sono vittime di questa situazione perché da una parte c’è un governo insufficiente e dall’altra non si vede un’alternativa. Per di più, partiti come il PSS non svolgono più il ruolo che l’elettorato ha loro assegnato, cioè quello di maggior partito di opposizione”.
Quindi, il futuro non è nei movimenti?
“A me sembrano abbastanza deludenti sul piano dei problemi e delle proposte. Possono raccogliere la protesta, ma non credo che siano in grado di risollevare il Paese”.
Angela Venturini per Giornalesm.com
San Marino 15 gennaio 2015