Autorevole podcast di Bovi-Panetta: i sammarinesi Elso e Vittorio Valentini scippati del Premio Oscar “vinto” sul “campo”. … di Enrico Lazzari

Ma quale colossal americano… L’indimenticabile BenHur, con i suoi 11 Premi Oscar conquistati, capofila di una interminabile serie di prestigiosi premi ricevuti nei mesi e negli anni a seguire è sì il “colossal dei colossal”, ma è tanto italiano e, al tempo stesso, anche sammarinese.

Lo hanno svelato, dopo mesi di difficoltose ricerche e “indagini”, il sammarinese Michele Bovi -giornalista, grande appassionato di musica e cinema, catapultato da Mauro Mazza a fare il capostruttura di molte importanti prime serate dell’ammiraglia di Viale Mazzini- e lo scrittore italiano Pasquale Panella, i quali sono riusciti a ricostruire e svelare la decisiva partecipazione di circa 400 italiani e due sammarinesi ai lavori che, dal 1958 al 1959, hanno dato vita ad una delle pellicole più premiate della storia del cinema, Ben-Hur appunto.

Questo grande lavoro, da mercoledì scorso, è online, fruibile gratuitamente da tutti in un podcast dal titolo “Ben-Hur, un altro film” (clicca qui per accedervi), per la gioia di tutti gli appassionati italiani e sammarinesi.

Ma l’aspetto che ci preme, oggi, evidenziare è la sfumatura “biancazzurra” delle rivelazioni fatte in questo minuzioso lavoro di ricerca. Ovvero, il ruolo di primissimo piano che nella realizzazione della pellicola hanno avuto due cittadini sammarinesi: Elso e Vittorio Valentini, oggi scomparsi, ambedue originari del Castello di Città, Vittorio noto in Repubblica anche per la sua militanza politica nell’allora Partito Socialista e per essere stato uno dei primi due Capitani Reggenti nominati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Elso e Vittorio hanno composto il cast di scenografi premiati con il Premio Oscar nel 1960 (Edward Carfagno, William A. Horning, Hugh Hunt) senza, però, ricevere mai -se non oggi grazie al sammarinese Bovi e all’italiano Panella- neppure una menzione nei titoli di coda della pellicola, al pari di altri 400 professionisti italiani.

San Marino, quindi, oggi, può vantare altri due cittadini che hanno saputo tenere alta, nel mondo, l’immagine del Titano. Ad autorevoli personalità del calibro del fisico Luciano Maiani -che secondo qualcuno nell’ambiente se fosse stato italiano e non sammarinese avrebbe anche potuto essere insignito del Premio Nobel per la Fisica-, o di Antonio Ciacci, noto come Little Tony, si aggiungono così Elso e Vittorio Valentini, quest’ultimo padre -per permettere ai più giovani di capire chi fosse- dell’architetto Giancarlo Valentini.

La carriera come scenografi di Elso e Vittorio, a cui -oggi si può dire- è stato negato un Premio Oscar che si erano conquistati -per utilizzare un termine caro ai tifosi juventini- “sul campo”, non è limitata al ruolo chiave nel film Ben-Hur, ma, fra i tanti lavori cinematografici, hanno curato le scenografie anche di altri “miti” del cinema come, ad esempio, per citarne uno su tutti, “Quo Vadis” del 1951 diretto da Mervyn LeRoy con protagonista nientemeno che Robert Taylor.

Fra questi “ambasciatori” culturali della Repubblica di San Marino nel mondo, e non da oggi, potremmo poi inserire anche lo stesso Michele Bovi, per il curriculum prestigioso che ha saputo scriversi nel mondo del giornalismo e della musica, con programmi, approfondimenti e inchieste che sono divenute “pietre miliari” nella storia della canzone italiana e del giornalismo di settore.

Ma quest’ultima considerazione, forse, è un po’ “inquinata” dal rapporto di stima e di amicizia che da anni mi lega allo stesso Bovi… O, anzi, forse no, vista la recensione che “Huffington Post” ha fatto del suo ultimo lavoro svolto al fianco dello scrittore Panetta: “Ben-Hur, un altro film”, “non è un semplice podcast -si legge sull’autorevole organo di informazione internazionale online- è un’opera monumentale, un gioiello che riluce nella divina voce narrante di Panella e, lo dico per i feticisti come me, qui all’esordio come compositore. Bovi e Panella: Dio li fa e poi li accoppia, rimettiamo la “i” e rimettiamoci i puntini. Grazie a Dio”.

Nessuno, o quasi, di questi “ambasciatori” ha, fino ad ora, saputo dare, magari a fine carriera, un apporto concreto, decisivo in territorio… Sarà Michele Bovi, magari trovando il “coraggio” personale di farlo, grazie alla sua autorevolezza professionale e alla sua sammarinesità, il primo direttore generale della Televisione di Stato, della San Marino Rtv, oggi più autorevole come “refugio peccatorum” degli esuli Rai che non come organo democratico di informazione pubblica? Chissà…

Enrico Lazzari